Festival dell’economia, su il sipario

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Dai fattori di crescita dei territori di maggiore successo nel contesto della competizione globale, agli squilibri territoriali e i problemi che essi generano, a partire dalle migrazioni internazionali. Senza dimenticare il ruolo delle banche, del capitale umano, quindi dell’università e delle sperimentazioni. Si è aperta ieri attorno a questi temi l’11esima edizione del Festival dell’economia, che fino a domenica 5 giugno porterà in città premi Nobel, economisti, studiosi e ministri che si confronteranno su “I luoghi della crescita”.

Ad aprire la kermesse ieri Enrico Moretti, professore di economia presso l’Università californiana di Berkeley: “Per la crescita è decisiva la qualità del capitale umano” è il messaggio lanciato da Moretti che ha dimostrato come i luoghi della produzione stiano diventando sempre più importanti nel determinare il successo delle imprese e dei lavoratori. “I fattori che determinano la produttività, – ha detto Moretti – oggi, sono soprattutto la scolarizzazione dei lavoratori, la loro creatività e l’investimento in innovazione”.

Ieri è intervenuto anche Kaushik Basu, senior vice presidente della Banca Mondiale. Per l’economista sarebbe necessario ridistribuire una quota degli utili per creare un reddito universale. “In passato – ha detto Basu – ci siamo fidati troppo della cosiddetta “mano invisibile” dell’economia, in realtà i meccanismi di mercato funzionano bene, ma c’è bisogno dell’intervento stato e della società civile, altrimenti le disuguaglianze aumenteranno, perché le nuove tecnologie stanno riducendo i fabbisogno di manodopera”.

A chiudere la giornata di ieri il confronto fra gli architetti Mario Botta e Vittorio Gregotti sui temi della creatività, del rapporto con lo spazio pubblico, dei vincoli posti dal mercato.

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