Festival economia, Spence: “Verso un’economia della condivisione”

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La chiusura della kermesse è toccata al premio Nobel 2001 Michael Spence, chiudere. Spence è stato chiamato a rispondere ad un quesito difficile: sarà davvero stagnazione secolare?

“La situazione globale sembra stabile ma in effetti è insostenibile”, ha detto Spence, sottolineando però che ci sono differenze fra paese e paese. “La transizione non sarà facile per nessuno e fattori come l’urbanizzazione “spinta” e l’avvento delle tecnologie robotizzate, complicheranno le cose, cancellando molti posti di lavoro nel manifatturiero”. Per quanto riguarda la mobilità, secondo Spence “l’Italia deve frenare la fuga dei propri cervelli, ma deve anche andare orgogliosa delle politiche di accoglienza poste in atto nei confronti dei migranti, e delle tante vite salvate finora”.

Infine, l’economia di condivisione, in parte generata dall’evoluzione tecnologica. “Ci sono beni che vengono sottoutilizzati, ad esempio le auto o gli appartamenti, e che potrebbero essere “rimessi in circolo”, in maniera parziale dai loro proprietari. Nuove piattaforme digitali daranno vita a nuovi mercati, nuovi servizi, nuove risposte ai bisogni delle persone”.

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