Riforma Statuto, il destino della Regione

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Ieri nella terza seduta della Consulta per la riforma dello Statuto è stato affermato che occorre valorizzare la Regione non ritornando al passato ma sulla base di nuovi ruoli che trovino ancoraggio in esigenze reali, e che ne vanno ripensate le competenze, anche individuando diversi modelli dentro il continuum tra “Regione come comunità politica” e “Regione come mero coordinamento”.

Alcuni componenti della Consulta hanno sottolineato come vada riconosciuto un ruolo della Regione a garanzia dell’Autonomia. Qualche componente, portando come riferimento la recente legislazione della Regione Toscana, ha auspicato che la Regione possa diventare luogo in cui cittadini ed enti locali esercitino un ruolo decisionale, attraverso strumenti di dibattito pubblico e deliberazione. E’ stato poi ricordato che, se il primo Statuto è stato elaborato dallo Stato, il secondo dalle istituzioni, il terzo potrebbe essere il risultato del contributo dei cittadini. Riguardo la Regione, il presidente della Consulta, Giandomenico Falcon, si è chiesto se non sia possibile immaginarla come “la sede di una serie di organismi, una specie di sistema delle conferenze (si è parlato di sanità, di trasporti, di valutazione di politiche pubbliche) che favoriscano l’emergere di contenuti di coordinamento. 

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