“Vorrei candidarmi, ma non posso…”

A meno di un mese dal rinnovo dei Consigli pastorali, parla uno dei “ricercati” che accetta di esporre le sue resistenze. Un'intervista esclusiva (e immaginaria, ma non troppo)

“Alla Messa delle ultime domeniche il parroco ha dedicato metà della predica a parlare dei Consigli pastorali. Si vede che è preoccupato di non riuscire a trovare i candidati…mi piacerebbe dargli una mano, forse dovrei mettermi in gioco io stesso. Mah…”

C'inseriamo volentieri nei trattini di sospensione della confidenza perchè forse stiamo parlando con uno dei tanti “wanted” (ricercati) in vista del voto del 20 novembre prossimo.

Si è chiesto se la preoccupazione del parroco è condivisa? gli chiediamo quando accetta l'intervista per Vita Trentina.

Certo, perchè mi sembrava strano. Alle elezioni amministrative c'è la fila per candidarsi…quindi pensavo che una decina di persone si trovassero in tutta la parrocchia. Ma poi ho capito…

Ha capito cosa?

Che questa volta hanno messo una regola, valida per tutta la diocesi, per la quale chi è già dentro da dieci anni – due “legislature” – non può ricandidarsi. E così in tante parrocchie sono risultati tanti gli ineleggibili.

Ma lei è d'accordo con questa nuova regola concordata dai decani della diocesi?

Beh, a pensarci bene, ci voleva. Dopo dieci anni uno ha dato quanto poteva dare, può rendersi utile in altro modo in parrocchia. Ci sarà un ricambio forzato ma opportuno: gente nuova, e qualcuno costretto a fare un passo indietro.

A qualcuno come lei sarebbe invece richiesto un passo avanti, una disponibilità?

Non so, non ci avevo mai pensato. Vado a Messa la domenica ma non frequento tanto la parrocchia. Non ho mai capito bene cosa si faccia in Consiglio pastorale. So che decidono gli orari delle Messe, o i lavori in canonica. Anzi no, quelli sono gli affari economici…Dovrei informarmi meglio, non mi faccia altre domande.

Una risposta semplice si trova nelle schede diocesane per gli incontri di preparazione: c'è scritto che dare una mano in Consiglio pastorale è “restare abbracciati” ai fratelli e a Gesù” o “lavorare in comunità per stare al passo del Vangelo e del nostro tempo”. Chiaro?

Abbastanza. Quindi poi si vedrà insieme dentro il Consiglio a cosa dedicarsi…se solo analizzare le situazioni o anche consigliare o deliberare insieme…

Si dice che è un cammino insieme, l'importante è l'atteggiamento, il metodo di fraternità e rispetto.

Se fosse solo così, beh allora ci starei. Ho un carattere facile, vado d'accordo con tutti. Ma mi blocca il fatto di non aver niente da dire, di non essere preparato, gli altri consiglieri ne sapevano di teologia….

Il presidente dell'Azione Cattolica diceva che se uno aspetta di essere pronto non comincia mai. Nello stesso tempo – dicono – il Consiglio prevede anche momenti formativi, che ti fanno crescere…

Beh, se ci fossero altri nella mia condizione mi sentirei meno inadeguato. Però, è vero, anche il parroco ha detto che non servono supercristiani. Che anche uno che come me ha cercato di fare del suo meglio nel lavoro e in famiglia era di fatto già dentro la comunità. Ora sarei chiamato a entrarci in modo un pochino più ufficiale. Per una riunione al mese, potrei anche farcela, purchè non m'incastrino per troppe sere…

Vede qualche altra difficoltà? Semmai ce le metta per iscritto la prossima settimana.Intanto, grazie della sincerità.

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