2 novembre, mons. Tisi: “Lontano dalla pace non c’è vita”

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“Siamo qui per chiedere a Dio il dono della pace in questa umanità dove si sta combattendo – come dice papa Francesco – una “guerra a pezzi”.  Pensando ai fratelli caduti in guerra chiediamo a Dio il dono della compassione e della percezione che, lontano dalla pace, non c’è vita”.  Così l’arcivescovo Lauro Tisi questa mattina, 2 novembre, commemorazione dei defunti,  ha aperto la s. Messa al sacrario militare del cimitero monumentale di Trento davanti ad autorità civili e militari (“ci ricordate – ha detto loro – il vostro servizio per  la pace nel mondo e nel nostro territorio”) e numerosi fedeli.   

“Solo un uomo che non ha nemici è uomo libero”, ha sottolineato monsignor Tisi nell’omelia. “Se vogliamo la pace – ha aggiunto – dobbiamo ripartire dalla provocazione di Dio: pagare di persona, porgere l’altra guancia, investire in gratuità e metterci del nostro per la causa della pace. Quando guardiamo le vicende della storia vediamo che dopo grande eventi bellici c’è sempre un momento di riconciliazione. Pensiamo alla Costituzione italiana, figlia di mondi diversi che si opponevano e hanno però saputo trovare il terreno della riconciliazione. L’uomo  ha dentro l’”imprinting” di Dio e l’overdose di violenza procura la forza della riconciliazione. L’uomo non è fatto per essere violento, ogni volta riparte per costruire percorsi di pace. Così è nata l’Europa. In questo momento non combattiamo una guerra in armi, ma c’è guerra di sfiducia e di disgregazione della speranza. Chiediamo a Dio che davanti a questa overdose di morte della speranza, noi, per primi, possiamo ripartire. Chiediamo saggezza in quest’ora piena, spesso, di stoltezza” ha concluso, prima della benedizione ai monumenti che ricordano i caduti di guerra.  

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