“Sia l’uomo al centro dell’economia”

Imprenditori a confronto con la dottrina sociale. Tisi: “Riconoscere il valore dell'altro”

È ancora possibile uno sviluppo in cui l'uomo sia al centro dei processi produttivi ed economici? E da dove ripartire per porre al centro l'uomo in un tempo dominato dalla tecnologica digitale e caratterizzato da una crisi economica strutturale, dai problemi legati all'immigrazione e da un'Europa divisa in un corpo disarticolato di Stati?

Sul tema, quanto mai attuale, si sono confrontati a Trento alcuni esponenti del mondo accademico ed imprenditoriale italiano ospiti al convegno dedicato "Alla ricerca di un nuovo ordine economico mondiale: spazi per un nuovo umanesimo" promosso dall'Unione degli imprenditori e dirigenti cattolici (UCID) di Trento insieme all'UCID nazionale e all'UCSI di Trento sabato 5 novembre al Polo culturale Vigilianum. Al saluto del fondatore e presidente onorario Gino Lunelli e all'intervento dell'attuale presidente dell'Ucid Trentino Marcello Carli è seguito quello di Giovanni Scanagatta, segretario generale di Ucid mentre l'approfondimento della tematica è stato affidato ad Antonio Magliulo, preside della Facoltà di economia dell'Università di studi internazionali di Roma e a Giuseppe Folloni, docente di economia all'Università degli studi di Trento. "Si è mirato all'integrazione economica prima di quella politica creando il mercato unico che però senza moneta unica non poteva funzionare – ha spiegato Magliulo, ripercorrendo la storia – ora siamo arrivati al punto in cui l'Unione monetaria può funzionare solo se si realizza una politica fiscale comune, necessaria ad evitare asimmetrie tra paesi in espansione come la Germania e in recessione come la Grecia e a impedire che l'Europa regredisca verso una confederazione di stati nazionali".

Secondo Papa Francesco "possiamo parlare di umanesimo solo a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in lui i tratti del volto autentico dell'uomo": ciò significa considerare l'altro un bene, una risorsa per se stessi e l'azienda e significa anche "scoprire le ragioni che uniscono i popoli europei, puntando a costruire un'Europa ospitale, senza muri".

E quali sono le competenze necessarie per riportare l'uomo al centro di un agire etico improntato ai principi di equità, solidarietà, corretta distribuzione della ricchezza? "È la coscienza che si può vivere secondo modalità diverse – ha detto Folloni dopo aver presentato allarmanti dati sul declino dell'attività manifatturiera in America e in Europa e sul calo demografico europeo in base ai quali emerge che tra il 2010 e il 2030 il 94% di lavoratori verrà da Paesi emergenti -: una coscienza che matura dopo aver fatto esperienza di qualcosa che cambia il nostro sguardo sulla realtà e trasforma il nostro rapporto con il prossimo: la consapevolezza di essere stati noi per primi guardati con amore da Gesù".

Il seme del nuovo umanesimo è contenuto proprio in uno sguardo che nasce dalla simpatia e diventa accogliente verso l'altro nella sua integralità, generando il cambiamento, come ha sottolineato l'arcivescovo Tisi: "Abbiamo elaborato straordinarie tecnologie, ma violenza e guerre non cessano e viviamo in preda alla paura e nell'illusione di non avere bisogno di radici; occorre invece riconoscere il valore dell'altro, considerarlo compagno di viaggio, non avversario o nemico, mettendo in campo la nostra creatività. L'Europa – ha proseguito – è chiamata alla sfida del conoscere altre culture e storie, deve confrontarsi con il Sud del mondo e ritornare alla semplicità, investendo sulla risorsa umana che è ognuno di noi: senza non c'è sviluppo né futuro".

La conclusione dei lavori è stata affidata al presidente nazionale Ucid Giancarlo Abete: "Benedetto XVI diceva che la globalizzazione ci ha reso vicini ma non fratelli, Papa Francesco nella Laudato sii ricorda che è necessario un nuovo modello di sviluppo: si tratta di ritrovare una dimensione etica condivisa, contrastando il riduzionismo economico per cui l'uomo è solo "homo economicus" poiché il valore di una società si misura in base alla qualità del vivere insieme e in armonia con l'ambiente e i processi economici devono essere al servizio del bene comune e funzionali al raggiungimento della dignità e di un benessere condiviso".

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