Il signore del vischio

A partire dal 25 novembre nel centro di Rovereto si svolgerà il consueto mercato natalizio. Vi parteciperà anche Sergio Baroni di Lizzanella con una bancarella dove vende il vischio raccolto nei boschi di pino silvestre e pino nero della riserva di Scanuppia sopra Besenello e in altre pinete della Vallagarina o coltivato su varie specie di alberi od arbusti in due appezzamenti. Sergio Baroni vende anche rami di agrifoglio e di pungitopo che in passato andava a raccogliere nei boschi della Lessinia e della Bassa Vallagarina, fino a quando non ne è stata vietata la raccolta. Da allora ha intrapreso la coltivazione diretta nel suo bosco delle due specie apprezzate per le bacche rosse e considerate le piante del buon augurio per eccellenza. La segnalazione dell’attività di giardiniere di Sergio Baroni è d’obbligo per due motivi: svolge questa attività da 50 anni ed è capace di coltivare il vischio su almeno 20 specie di piante con una tecnica “segreta” che ha affinato nel corso degli anni.

PIANTE DEL BUON AUGURIO. Vischio, pungitopo e agrifoglio, insieme a elleboro e stella di Natale, sono le piante natalizie per eccellenza. Tutte sono beneauguranti e molto decorative. In Trentino il vischio si trova un po’ dappertutto sul pino silvestre e solo in luoghi limitati sull’abete bianco (Rumo in Alta Val di Non). Tipico bosco da vischio è, ad esempio, la pineta che cresce sul versante ovest del Monte Bondone rivolto alla valle dei laghi. Sempre nella Valle dei laghi (Toblino) cresce abbondante il pungitopo, pianta tipica del sottobosco di querceti termofili che si sviluppa all’ombra dei lecci. Si trova pure nei boschi di carpino nero, roverella ed orniello governati a ceduo nella Bassa Vallagarina. Pure in Vallagarina (Passo Buole e strada della Sega) cresce spontaneo, anche sporadico, l’agrifoglio. Si trova fino a 1.000 metri di quota essendo specie termofila al pari di quercia, acero e tiglio che ne condividono il sito.

IL VISCHIO. In natura la disseminazione del vischio avviene ad opera degli uccelli (tordi specialmente) che in autunno con gli escrementi o pulendosi il becco depositano sui rami i semi delle bacche di cui si sono nutriti. A primavera i semi, penetrati nelle anfrattuosità della corteccia, iniziano a germogliare facendo spuntare due cotiledoni allungati ed una piccola radice. Nel secondo e terzo anno la pianta continua, seppure lentamente a crescere fino a formare dopo 5-7 anni il cespo pronto da asportare. Il vischio vive e cresce su latifoglie e conifere. Questa pianta ha bisogno di una buona insolazione e la pioggia ne favorisce lo sviluppo, mentre la carenza idrica lo frena.

IL PUNGITOPO. Il pungitopo (Ruscus aculeatus) appartiene alla famiglia delle Rosacae ed è una pianta originaria del bacino del Mediterraneo. E’ sempreverde e caratterizzata da numerose spine e forma dei cespugli molto intricati. E’ una pianta dioica, vale a dire che esistono piante con soli fiori femminili e piante che portano solo fiori maschili. Il frutto è una bacca di colore rosso vivo. I principi attivi del pungitopo sono: olii essenziali quali canfora, linalolo, anetolo e resine. Le sue proprietà sono diuretiche, sedative, antinfiammatorie. Del pungitopo si utilizza il rizoma da raccogliere in autunno o inizio primavera.

L’AGRIFOGLIO. Albero o arbusto dioico, ha chioma piramidale, corteccia liscia, grigia e rami verdastri, spontaneo in Italia, dal fogliame che ai profani può sembrare persistente. I frutti rossi offrono un decorativo contrasto con il colore delle foglie. L’agrifoglio gradisce posizioni ombreggiate, terreno acido, fertile e ricco di humus. La moltiplicazione avviene con la semina dei semi freschi, per mezzo di talea semilegnosa, per innesto.

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