Talmud, patrimonio dell’umanità

Presentato a Trento il progetto di traduzione e interpretazione dell'enciclopedia ebraica, dopo la pubblicazione del primo volume

Un'opera enciclopedica enorme. Una raccolta di insegnamenti dei rabbini degli ultimi duemila anni. Un testo che, nei secoli, è stato oggetto di confische, censure e roghi, come quello di Roma nel 1553 che ha distrutto buona parte dei manoscritti. Ma non solo: il Talmud, scritto da ebrei per ebrei, è patrimonio dell'umanità ed è questo il motivo alla base del progetto di traduzione in lingua italiana avviato cinque anni fa dopo essere stato approvato e sostenuto da Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Consiglio nazionale delle ricerche e Unione delle comunità ebraiche italiane.

Il “Progetto Traduzione Talmud Babilonese” è stato oggetto di un incontro – insieme a “Rosh Hashanà”, il primo dei 36 volumi, dedicato al capodanno ebraico, pubblicato lo scorso aprile da La Giuntina di Firenze in edizione bilingue con testo originale a fronte in ebraico e aramaico – che si è tenuto nei giorni scorsi alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trento, alla presenza del sindaco Alessandro Andreatta e dell'arcivescovo Lauro Tisi. Il direttore del Dipartimento Fulvio Ferrari e il rettore dell'Ateneo di Trento Paolo Collini hanno espresso soddisfazione per un'iniziativa di indiscutibile spessore scientifico-storico-didattico che rende accessibile al pubblico italiano l'edizione critica di un testo fondamentale della cultura mondiale, un patrimonio di saggezza che riguarda ogni dimensione della vita.

Al saluto di Oliviero Stock (FBK/Center for Information and Communication Technology), che si è occupato del coordinamento scientifico insieme a Massimo Giuliani, docente di Pensiero ebraico presso l'Università di Trento – "quest’anno, per la prima volta, i corsi saranno incentrati sul Talmud" – è seguito l'intervento di Massimo Acanfora Torrefranca, vice-direttore del progetto: "Il Talmud è l'asse portante della cultura ebraica, si tratta di un testo molto conciso, due parole possono anche significare quattro o cinque frasi, perciò occorreva non solo un'opera di traduzione ma anche di interpretazione per rendere il testo comprensibile e individuare eventuali passaggi mancanti".

Il Talmud è un testo che ha origine dalla trascrizione delle discussioni degli studiosi di Torà nelle accademie di Babilonia ed è un invito alla tolleranza e al rispetto anche dell'opinione della minoranza visto che più che precetti propone analisi delle ragioni di una parte e dell’altra. Perciò, alle ragioni storico-culturali alla base del compito di traduzione, affidato a un team formato da circa 70 studiosi, fra traduttori e revisori, affiancati da una decina di esperti informatici e con il supporto di un software sviluppato ad hoc, si aggiunge quella di ordine didattico-pedagogico: "Il Talmud non ha un oggetto preciso, parla della verità: le discussioni partono da un argomento e poi si possono aprire a molti altri, e nulla viene detto per caso, inoltre chi parla cita sempre la persona dalla quale ha appreso ciò che sta dicendo". Dunque il testo si caratterizza per il valore etico dei contenuti, per la struttura logica delle argomentazioni fatta di domanda, risposta, obiezione e così via, per la libertà di discussione e il rigore nel cercare una risposta alle questioni presentate senza però fermarsi alla prima individuata ma considerando tutte le implicazioni possibili: "Proprio per questo suo essere una discussione che non conosce limiti, nell'ambito della quale le parti riconoscono la verità delle argomentazioni altrui, insegna un modo di procedere da prendere a modello".

Il professor Andrea Bozzi, presidente del comitato scientifico del progetto, ha sottolineato l'aspetto innovativo del contributo tecnologico: "Vi sono prospettive di breve termine come lo sviluppo di un'applicazione web per consentire ai traduttori di operare in modo omogeneo e collaborativo e la produzione di un'edizione a stampa; altre a medio termine come l'analisi linguistica di ebraico/aramaico e la traduzione in altre lingue, e a lungo termine come la possibilità di accedere ai testi attraverso chiavi semantico-concettuali".

L'incontro si è concluso con la lettura di alcune pagine, spunto attraverso il quale il rabbino Gianfranco Di Segni, presidente del progetto e rettore del Collegio rabbinico italiano di Roma, ha mostrato concretamente la natura aperta delle discussioni raccolte nel Talmud.

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