Ho dubbi, dunque credo

"Ha mai dei dubbi sulla fede? Ne ho tanti". Recentemente Papa Francesco si è espresso così, intendendo però i dubbi come segno positivo, indice del desiderio di approfondire la conoscenza di Gesù. Il dubbio inteso come sapersi mettere in cammino con cuore e mente aperti è il tema centrale de "La fede interrogata" (Il Margine, 2016), piccolo libro scritto a quattro mani dalla biblista Ester Abbatista e dal filosofo Marcello Farina, presentato nei giorni scorsi al Museo Diocesano.

Da un lato l'esegesi della Parola, dall'altra l'analisi del contemporaneo: due strumenti per cercare di vivere le domande di fede che interrogano l'uomo in un momento storico in cui non c'è spazio per coltivare il tempo del dubbio, ma si dà tutto per scontato. "La fede dell'uomo è la risposta all'esperienza della fedeltà di Dio che ha fede in noi più di quanta noi ne abbiamo nella nostra umanità" – ha esordito Abbatista -; è lui che fa il primo passo, si incarna, e nulla di quanto è umano gli può essere estraneo perciò possiamo dire che dove c'è un uomo, c'è Dio ed è la ricerca di relazione con lui a dare pienezza e senso alla nostra umanità".

Un senso che si costruisce nello spazio della tensione inesauribile fra l'uomo e Dio che è totalmente altro e rimane impossibile da possedere, ma è proprio nel riconoscimento dell'alterità che mantiene la distanza tra l'io e il tu che diventa possibile vivere e sperimentare la verità: "Pilato chiede a Gesù cos'è la verità – ha proseguito Abbatista -, ma non c'è risposta perché essa non è un concetto o definizione: la vivo nella relazione con l'altro. Il santo sepolcro è una questione di possesso, ma lì, di vero, c'è il vuoto e chi può possedere un vuoto? Ne siamo attratti, ma non potremo mai possedere quella verità; possiamo invece vivere, amare, sperare quella verità perché è una persona, totalmente altro e vivente arrivando a dire: ho dubbi, dunque credo".

Il concetto di fede evoca la traversata nel deserto, o la profondità dell’oceano: “È un viaggio senza fine, qualcosa che si vive, si testimonia, non un teorema da dimostrare – ha concluso don Farina, riconoscendo nella contemporaneità una spiritualità che va al di là delle religioni, con una profondità umana da valorizzare, quella di chi tra la fede e l’ateismo, cammina nella terra di mezzo. “Le risposte sono momentanee, non soddisfano mai rimandando alla dimensione di creatività della fede: la fede è atto creativo perché significa dare vita a ciò che non c’è vedendolo con gli occhi della speranza, come ha fatto Abramo credendo alla fedeltà di Dio senza aver visto la terra promessa”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina