L’addio a Paolo Prodi, padre della Libera Università di Trento

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Numerosi gli esponenti del mondo accademico e politico per l’ultimo saluto questa mattina nella chiesa di San Benedetto di Bologna  a Paolo Prodi.  Storico, intellettuale, docente universitario a Trento, Roma e all’Alma Mater di Bologna, ex deputato  si è spento venerdì scorso dopo una lunga malattia.  Fratello dell’ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea, Romano Prodi, aveva 84 anni.

Il Trentino non dimentica e gli è grato per il fondamentale apporto che ha saputo dare allo sviluppo della nostra Università, della quale è stato primo rettore dal 1972 al 1978 , e dell’Istituto Storico Italo-Germanico.  “Paolo Prodi ha tracciato una strada – ricorda il rettore Paolo Collini – non soltanto come storico e autorevole studioso del Concilio di Trento. Vedeva l’Università di Trento come un ponte verso l’Europa. La sua idea di un ateneo accogliente, aperto al confronto e dialogante, con lo sguardo rivolto alla dimensione internazionale, ma anche ai nostri vicini di Alto Adige, Tirolo e del mondo tedesco ha segnato la storia della nostra università”.    

“La sua visione di un regionalismo illuminato e aperto è uno dei punti di riferimento che guidano oggi la nostra Autonomia, tra i cui “padri” va annoverato anche Paolo Prodi” commenta il presidente della Provincia Ugo Rossi –  I suoi insegnamenti continueranno ad essere per noi e per tutti i trentini una grande lezione ed una prospettiva sempre attuale”.  

Ai nostri microfoni il ricordo dello storico trentino Giampaolo Andreatta, testimone dei primi anni della Provincia autonoma di Trento (Ascolta audio qui sotto)    

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