Pergine, una città che cambia intorno a piazza Fiera

Pergine, piazza Fiera e piazza Gavazzi in uno scatto del 27 marzo 1988
Il mercato ambulante settimanale costituisce da sempre un’occasione di intensificazione della vita sociale di Pergine e dintorni. Sono oltre un centinaio le bancarelle che propongono la più diversa mercanzia e che richiamano regolarmente, anche dalle valli vicine, centinaia e centinaia di persone, contribuendo a vivacizzare la zona in cui sono dislocate.
Dall’inizio di quest’anno il mercato settimanale è stato spostato dalla storica piazza Fiera (da qualche decennio piazza Garibaldi) al centro storico attorno al Tegazzo, il più antico nucleo abitato della città, ai piedi del Castello. Due le motivazioni del trasferimento: la prima legata ai consistenti lavori di arredo della piazza antistante la Chiesa della Natività che, con la chiusura totale al traffico e parcheggio e la pavimentazione in porfido, ha ridato splendore alla cinquecentesca chiesa.La seconda legata al prossimo avvio, a metà piazza, dei lavori di costruzione della nuova biblioteca comunale a fianco del teatro comunale, con conseguente occupazione di parte della piazza. Il mercato così è stato trasferito nella parte est e piazza Fiera – come continuano a chiamarla gli abitanti non molto attratti dal nome dell’eroe dei due mondi – è diventata un’area anonima, un grande parcheggio automobilistico.

Pergine, paracadutisti in piazza Fiera il 2 maggio 1976

Eppure da sempre è stata il cuore delle attività e della vita dell’allora borgata. Fino a un secolo fa costituiva praticamente il limite della zona abitata. Oltre il viale c’erano solo il convento dei Francescani, l’asilo Chimelli e l’edificio Canopi. Poi aperta campagna fino alla Fersina. Ma sul lato est la vita era intensa, a cominciare da quella filande realizzata da quello stesso Chimelli che aveva costruito di fronte l’asilo, con un’intuizione imprenditoriale che aveva precorso i tempi: offrire alle operaie (la filanda dava lavoro a un migliaio di persone in gran parte donne) uno strumento di assistenza alla prole, che avrebbe favorito più tranquillità nel loro lavoro.

La filanda fu acquistata dal senatore Gavazzi e rimase in attività fino a dopo la Seconda Guerra mondiale anche se con qualche periodo di chiusura. Nel 1951 divenne proprietà del Comune di Pergine, che qualche anno dopo tentò inutilmente la vendita.

Negli anni ’80 tornò alla ribalta con un concorso di idee, vinto dal progetto “E Berta filava…”, che prevedeva tra l’altro teatro e piscina. Buona parte dell’edificio fu poi venduta al Comprensorio (200 milioni) che vi realizzò i suoi uffici ed una parte rimase al Comune per le sue attività (anagrafe, studio tecnico, urbanistica…).

In questo periodo piazza Fiera era diventata punto di riferimento della comunità. Fu luogo di raduno dei perginesi chiamati alla Prima Guerra mondiale con la divisa austriaca: grandi rassegna militari austriache cui seguirono quelle italiane a fine guerra. Poi l’attività commerciale con le fiere e mercati, la nascita del Cinema Impero dei fratelli Andreatta, divenuto a fine guerra “Supercinema”; l’attività sportiva con le partite di tamburello, le manovre dei pompieri, le sfilate di carnevale, addirittura l’atterraggio di paracadutisti. E sul retro la caserma dei pompieri e le sedi dell’Amea (ora Stet) e dei Vigili Urbani.

Negli anni ’90, con la pavimentazione della piazza Garibaldi, emerse anche l’idea di un parcheggio sotterraneo, ma non se ne fece nulla. A sud negli anni ’70 fu costruita la casetta destinata al “dazio” con pesa pubblica, ufficio Ige, Pro Loco e poi Ctl e Azienda Turismo Trento; fu demolita negli anni in cui arrivò il Comprensorio C4.

La storia si completa in questo decennio con la costruzione del nuovo Teatro Comunale, cui si affiancherà tra breve la nuova biblioteca. Due iniziative che completano la trasformazione di piazza Fiera, facendone il polo culturale della città.

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