La lotta di mons. Endrici contro l’eresia di Hitler

Mons. Bressan “svela” documenti inediti sull'opposizione al nazifascismo ritenuto “insulto alla dignità umana”. “E' l'eresia del secolo”, scrisse in una lettera al card. Pacelli nel 1938

La complessa storia dei rapporti tra Chiesa e nazifascismo nella nostra regione, d'attualità in questi giorni anche per la vicenda del beato Mayr Nusser, ha trovato un contributo forse decisivo, certamente molto, nell'indagine sui comportamenti, le raccomandazioni al clero e le lettere pastorali dell'arcivescovo del tempo, Mons. Celestino Endrici (1904 – 1940).

Una ricerca condotta da un suo successore, l'Arcivescovo emerito Luigi Bressan che martedì scorso ha “svelato” ad un pubblico attento e qualificato alcune recenti acquisizioni ricavate da documenti del tutto o parzialmente inediti.

L'anticipazione attesa dai numerosi presenti – tra questi l'arcivescovo mons. Lauro Tisi – si è concentrata in particolare sulla ricerca intorno a quella che Bressan ha definito una vera e propria “guerra” che Endrici condusse contro il nazionalsocialismo, espressa perfino nel titolo della relazione: ”Monsignor Endrici e la lotta all'ideologia nazista: documenti inediti”. Un denso e prezioso studio, ancora in itinere, che l'Archivio Diocesano ha collocato a conclusione degli incontri di approfondimento della figura di mons. Celestino Endrici proposti nei mesi scorsi nel 150° della nascita (il 14 marzo 1866), completati dalla mostra documentaria “Celestino Endrici, un vescovo tra due nazioni” molto apprezzata nei mesi scorsi al Vigilianum.

La vice direttrice dell'Archivio Diocesano Katia Pizzini, introducendo la serata, ha sottolineato che l'accurato, inoppugnabile lavoro di Bressan ha fatto emergere la chiara opposizione, anche in termini di sollecitazione pastorale, di mons. Endrici nei confronti del nazifascismo. La dott.ssa Pizzini non ha mancato di richiamare in merito, quale espressione di una certa 'superficialità', le recenti affermazioni di segno contrario rilasciate da Hannes Obermair, direttore dell'Archivio storico di Bolzano.

In apertura del suo intervento Mons. Bressan, (“questo lavoro di ricerca mi ha provocato e coinvolto” ), ha detto che sin dai primi, numerosi riscontri documentari risalenti al 1934 appare di tutta evidenza la posizione critica di mons. Endrici nei confronti del nazionalsocialismo: a cominciare dalla pubblicazione sul Foglio diocesano delle esplicite condanne della Chiesa nei confronti del libro di Rosenberg, sul delirante mito della razza, seguite da una lettera pastorale ove Endrici scrive del nazismo come un “insulto alla dignità umana, una aberrazione…”.

Ancora nel 1937 Endrici dispone la pubblicazione dell'enciclica “Mit brennender Sorge”, dove vengono ribadite le critiche al 'neopaganesimo' insorgente ed invia una lettera riservata al clero della sua vasta diocesi, per raccomandare ai suoi preti di 'stare in guardia' contro i paventati compromessi con l'ideologia nazista. Numerosissimi i documenti riscontrati da Bressan riferiti al 1938. Tra i più significativi la lettera di ben 16 pagine in tedesco inviata ai parroci altoatesini per richiamarli a difendere il popolo cristiano dai pericoli del comunismo e del nazionalsocialismo, proponendo loro un vero e prorpio 'piano d'azione'.Il tutto ribadito in una lettera pastorale dello stesso anno.

Di particolare rilievo il riferimento ad una lettera in materia dell'allora cardinal Pacelli, alla quale Endrici risponde il 22 aprile del 1938. “Trattasi dell'eresia del secolo” vi afferma tra l'altro e propone, insieme con un fermo atteggiamento di condanna del nazismo anche la creazione di 'cellule antinaziste”.

Nello stesso anno, ha ricordato ancora Bressan, sono numerosissime le iniziative di mons. Endrici per avvalorare la sua azione contro il nazismo: comprendono lettere pastorali, interventi nelle conferenze episcopali,programmi di insegnamento nei seminari ecc.

La relazione di Bressan si è quindi concentrata sui documenti e le azioni di Endrici nel 1939, soprattutto a quell'autentica tragedia di popolo che furono le “Opzioni” stabilite dall'intesa fra Hitler e Mussolini, definite come un 'progetto di deportazione'. Mons. Endrici si spende in occasioni diverse nella difesa del diritto del popolo altoatesino a rimanenere nella terra dei propri avi. Invia due lettere a Pio XII ed altre sei alla Segreteria di Stato, non ottenenendo peraltro risposta.Con una lettera pastorale ed altre comunicazioni raccomanda ai parroci di non cedere alle pressioni del regime anche in materia di Opzioni (soltanto il 20 per cento del clero optò per la Germania), nonostante lo “strano atteggiamento” del vescovo di Bressanone, mons. Giovanni Battista Geisler. Sempre nel 1939 Bressan invia disposizioni coraggiose e indiscutibili ai parroci sulle modalità di scrittura degli atti matrimoniali, opponendo un chiaro rifiuto alla indicazione della razza.

L'illuminante ricerca di mons. Bressan si conclude con la documentazione riferita all'anno 1940, annus orribilis dello scoppio della seconda guerra mondiale. In gennaio mons. Endrici invia alla diocesi due lettere pastorali: quella del 25 in Germania viene sequestrata dal regime per i suoi contenuti di dura condanna del nazismo. Fa arrivare numerose lettere alla Segreteria di Stato, esprimendo la preoccupazione derivante dalle pressioni crescenti sulla popolazione per le Opzioni, con l'ulteriore sofferenza determinata dalla scelta di campo, quello della Germania nazionalsocialista, da parte del vescovo di Bressanone mons. Giovanni Battista Geisler. Fiaccato dalla malattia che lo accompagna sin dal 1934, mons. Celestino Endrici muore il 29 ottobre 1940, pochi mesi dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale.

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