Pregare per agire

La Rete Mondiale di Preghiera del Papa si pone sempre più come orientamento trasversale a tutta la Chiesa

Prosegue vivace e costante il cammino di rinnovamento mondiale dell'Apostolato della Preghiera, con i suoi 50 apostoli nel mondo, che partendo dal nome – non più Apostolato, ma Rete Mondiale di Preghiera del Papa – sta andando molto oltre. “È facile cambiare il nome, più impegnativo è cambiare la nostra mentalità, la nostra vita: è a questo che vogliamo arrivare”, spiega il direttore diocesano don Silvio Benedetti. Insieme a Pasquale Capone, ripercorre le tappe che hanno punteggiato questo percorso e che ne orientano il futuro.

Punto di partenza fu il documento orientativo “Ricreazione dell'A.d.P.” del 2015, che invitava a riflettere sul rischio della recita quotidiana della preghiera come “pratica abitudinaria”: “Non si tratta solo di 'parole', ma dobbiamo realmente impegnare tutta la nostra vita: è quella che offriamo, come risorsa di tutta la Chiesa in una Rete mondiale di preghiera al servizio delle sfide attuali dell’umanità e della missione della Chiesa, espresse nelle intenzioni mensili del Papa”.

Nel 2016 il movimento ha lavorato sulla sua visibilità, e ci è riuscito in particolare attraverso due iniziative volute e appoggiate da Papa Francesco: Il Video del Papa”, attraverso cui ogni mese, in modo diretto e incisivo, Francesco contestualizza e diffonde la sua intenzione di preghiera tradotta in diverse lingue (www.ilvideodelpapa.org, c'è anche la pagine Facebook: Il Video del PapaClick to pray” (www.clicktopray.org): nata come app per i giovani e diventata la piattaforma ufficiale (e internazionale) di preghiera con il Papa. Entrambe le iniziative, cliccate da milioni di persone, attirano quotidianamente l'attenzione sulle sfide attualissime del mondo, contro quella che il Papa definisce la “globalizzazione dell'indifferenza”. Pregare per queste sfide, significa scegliere di offrire la propria vita per affrontarle.

Da qui nasce anche il nuovo logo della Rete, rappresentazione visibile di questo impegno. Non più un cuore con al centro la croce, ma un mondo circondato dal cuore di Cristo, fondamento della missione degli uomini.

Questo cammino ha portato la Rete mondiale di preghiera per il Papa a porsi “non tanto come un Movimento, ma sempre più come Rete di orientamento trasversale alla vita di tutti i cristiani, chiamati a fare ecclesia. Siamo diventati, dunque – spiega don Benedetti – un servizio ecclesiale della Santa Sede”. Anche la formulazione di nuovi statuti, che saranno redatti entro il 2017, evidenzierà questo cambio di mentalità, necessario adeguamento dopo gli oltre 170 anni di vita dell’Apostolato.

Altra novità del 2017 riguarda le intenzioni di preghiera mensili, che si sono ridotte a due: una del Papa (universale o missionaria/all'evangelizzazione) e una della Cei. Per ovviare al problema della scarsa attualizzazione di queste intenzioni, redatte molto tempo prima, il Papa enuncia una ulteriore intenzione in “presa diretta” all'Angelus di ogni prima domenica del mese.

Come un iceberg, nell'immagine suggerita dal direttore mondiale della Rete p. Frédéric Fornossj (nominato dal Papa nel luglio 2016), la parte invisibile di questo cammino di ricreazione è molto più grande di quella visibile descritta fin qui. Essa riguarda la profondità della vita spirituale di ciascuno e richiede una conversione personale, un “Cammino del cuore” in grado di trasformare ogni apostolo perché sempre meglio si impegni a servizio della Chiesa. Il 2017 ha visto anche il movimento diocesano trentino impegnarsi in questo itinerario di preghiera e formazione, che proseguirà nel 2018 sul tema del Sacro Cuore di Gesù e nel 2019 sul tema della missione. Nel 2019 ricorre il 175° anniversario del movimento.

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