Cultura, la riforma è legge senza cda unico

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La riforma della cultura è legge e sarà operativa dal 1°gennaio 2019.

Per l’approvazione ieri in aula del Consiglio provinciale di Trento decisivo è stato il compromesso tra maggioranza e opposizione sui cda dei musei.

I musei provinciali, Muse, Mart, Castello del Buonconsiglio e Museo degli Usi e Costumi di San Michele all’Adige manterranno il proprio Cda, formato da tre componenti ciascuno, i cui poteri riguarderanno la programmazione e i progetti; a capo della parte gestionale e burocratica, riferita al personale circa 500 dipendenti e alle spese di manutenzione, ci sarà invece la Provincia; infine, alle due conferenze dei presidenti e dei direttori dei musei provinciali, a cui la legge affida il parere sugli indirizzi politici della Giunta e il coordinamento della programmazione delle attività, parteciperanno anche i presidenti e i direttori delle altre strutture museali non dipendenti dalla Provincia ma “di interesse provinciale” – Museo diocesano, Fondazione museo storico di Trento, il Museo della guerra e il Civico di Rovereto e il Mag di Riva del Garda ), in modo da favorire l’integrazione dell’intero sistema.

“Un punto di partenza, non di arrivo” commenta ai nostri microfoni Domenica Primerano, direttrice del Diocesano , che nel dibattito sulla riforma aveva bocciato la proposta di suddivisione in poli dei musei, discriminando di fatto i “non provinciali”. 

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