Tra tradizione e innovazione

Una buona rappresentazione di quello che è il panorama delle arti figurative trentine di oggi

E poi c’è chi sostiene che a Trento non succede mai niente. Nello specifico c’è chi dice che a Trento non c’è attenzione per l’arte contemporanea… Tralasciando altre inaugurazioni in provincia (Isera…) e le conferenze d’arte (Winkler, Gorfer…), a Trento, la settimana scorsa, in quattro giorni, di mostre di arte contemporanea ne sono state inaugurate quattro.

La prima, aperta martedì 3 ottobre, questa rivista l’ha già segnalata, e volentieri la riproponiamo. Si tratta della seconda parte della mostra d’arte contemporanea “L’arte di essere – l’arte di amare”. Sede è la Sala Espositiva al 2° piano del Polo Culturale Vigilianum in via Endrici, 14. Rimarrà aperta fino al 31 ottobre e poi ancora dal 6 al 30 novembre, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.45. Con questa di Trento si conclude il percorso che l’associazione artistica Ucai di Trento ha voluto proporre quest’anno: una grande mostra d’arte con lavori dei propri soci dedicata ad Antonio Rosmini nel decimo anniversario della beatificazione. La prima parte dell’esposizione, per motivi di spazio, era stata allestita a Rovereto in Palazzo Rosmini. In questa mostra trentina sono presenti gli artisti: M. A. Marisa Brun, Rita Cench, Lula Fontana, Liberio Furlini, Sandro Giordani, Silvio Magnini, Licia Marampon Foches, Mastro 7, Angelo Orlandi. Si tratta di lavori a mosaico e a matite colorate al tratto, ad olio su tela e tecnica mista. Ciascuno secondo la propria ispirazione ha voluto fornire il proprio personale contributo alla riflessione sull’Essere trascendente che si rivela all’uomo, lo illumina e gli permette di pensare. L’arte che si fa filosofia, la filosofia che si fa arte.

Ad un’ora di distanza abbiamo assistito all’ennesima prova di come la sede del Consiglio Provinciale non si vuole sostituire a Istituzioni e Centri più paludati, ma può lanciare, e non si nega di farlo, vari spunti nell’ambito culturale artistico della città e della provincia. Rimarrà aperta fino al 2 novembre (da lunedi a venerdì dalle 9 alle 18, il sabato dalle 9 alle 12) una doppia personale di pittura contemporanea di alto livello. Nato a Trento nel 1943, Pier Augusto Breccia ha poi vissuto a Roma. Da decenni ha abbandonato la sua professione di cardiochirurgo per dedicarsi alla pittura, molto lavorando ed esponendo anche a New York. Il suo stile personale e la sua originale filosofia lo rendono il riconosciuto “padre” della pittura ermeneutica. Adriano Fida, nato a Reggio Calabria, ha studiato anche a Torino e a Roma. Influenzato dello stile caravaggesco, neoclassico dei pittori fiamminghi e surrealisti.

Giovedì pomeriggio, al solito pieno di giovani, lo Studio d’Arte Raffaelli ha ospitato una personale della giovane Hu Zi. Affascinata dagli ambienti del Palazzo Wolkenstein e suggestionata dalla leggenda secondo cui Mozart avrebbe suonato nelle sue sale, la pittrice cinese di Shanghai ha deciso di omaggiare il musicista austriaco attraverso una serie di opere dal carattere sognante. L’artista non si limita tuttavia a una semplice rievocazione del compositore austriaco: la sua visione si amplia aprendo uno scorcio sulla musica contemporanea, e accostando al genio di Mozart due acclamate figure del panorama musicale britannico. È un modus operandi di Hu Zi trarre ispirazione da icone del mondo del cinema, della musica e della letteratura per attivare un processo di rapporti tra sé e l’altro, tra mondi e dimensioni temporali diverse, alla ricerca di feconde contaminazioni artistiche.

Infine, venerdì 6, alla Galleria civica in via Belenzani 44 (resterà fino al 7 gennaio) si è aperta, di tutte, la mostra più originale e innovativa, tanto da arrivare alla negazione più manifesta della pratica pittorica stessa sostituita dall’allestimento e talvolta dalla vivificazione di installazioni musicali: “To be played at maximum volume”, l’ampia personale di Jacopo Mazzonelli.

Tutte partecipate da numeroso e attento pubblico, queste quattro inaugurazioni, in spazi pubblici e privati, di tematiche laiche e religiose, di pittura più tradizionale e di assoluta sperimentazione, di artisti locali e nazionali e internazionali, costituiscono non in teoria ma in pratica quello che effettivamente, nel concreto, è il panorama delle arti figurative trentine di oggi. Un quadro non sempre totalmente convincente, certo, ma molto ricco di spunti di grande interesse e soprattutto innegabilmente ampio e variegato.

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