Andate e raccontate…

E' partito dal Duomo di Trento mercoledì 27 dicembre il cammino di bambini e ragazzi che, vestiti da pastori o magi, hanno visitato dietro ad una stella simbolica le loro comunità raccogliendo offerte per l'infanzia missionaria. “Gli altri sono la nostra casa – ha detto loro l'Arcivescovo Lauro prima del “mandato” –  più ci chiudiamo e meno abbiamo casa.Andate raccontate che la casa di Gesù è l’ amore e la nostra casa è volerci bene. Diversamente, non abbiamo casa”.

L'Arcivescovo Tisi ha ripreso il tema del “nostro essere affidati agli altri” nell'omelia di Natale in Cattedrale. “Bellissima l’umiltà di Dio che diventa parola rivestendosi della nostra umanità – ha osservato – Come sorprendenti sono i trent’anni in cui questa parola rimane custodita nel quotidiano di Nazareth.  Quanto sarebbe bello, se anche le nostre parole ritrovassero il gusto del silenzio della grotta di Betlemme per riprendere verità, incisività, creatività.  

La Parola, custodita dal silenzio, ci rivela la bellezza di un Dio che si fregia del titolo di Emmanuele, Dio con noi. La Parola che si fa carne marca la differenza tra “essere con” e “chinarsi su”. Tra essi c’è un abisso. Gesù non soltanto si china su di noi, ma è “con” noi.

In un mondo dove si tende a mettere distanze, ad avere qualcuno che sta sopra e qualcuno che sta sotto, in un mondo lacerato dalla contrapposizione, rincuora sentire che la voglia di Dio è quella di essere uno di noi, di camminare con noi; prima ancora che di farci del bene, di farci compagnia, essere uno dei nostri, uno della nostra partita. Qual è questa partita? È farci tornare alla nostra profonda identità che sta nell’amare ed essere amati”.

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