Da missionario lancio un’idea con i giovani…

Alla vigilia della Giornata missionaria mondiale del 21 ottobre, questa lettera arrivata dalla Romania intercetta anche i temi del Sinodo e delle Assemblee pastorali.

Leggendo e ascoltando quanto si va dicendo dei giovani d’oggi, nella Chiesa e nella società, soprattutto in questo ultimi mesi sinodali, sono rimasto perplesso, non tanto per le analisi e le statistiche, , ma per la mancanza di una intuizione a mio modo di vedere, indispensabile, logica, direi naturale, per far ripartire con una marcia in più i nostri giovani: la riscoperta della coscienza.

Domenica scorsa 14 ottobre la Chiesa ha elevato agli onori degli altari Paolo VI, il papa che qualcuno ha definito come il papa che ha posto al centro della sua vita e della nuova evangelizzazione: la coscienza. Mi sono sempre piaciute ed hanno avuto un effetto positivo in me, ma anche nei giovani che incontro, le espressioni che il documento conciliare (Gaudium et Spes, 16) usa per definire la coscienza. “La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità propria. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali, che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale”.

Mi sovviene, ora, mentre scrivo, quanto diceva la giovane ebrea Anna Frank, lei che aveva conosciuto la cattiveria di certi uomini, scrivendo nel suo diario personale: “Quanto sarebbero buoni gli uomini, se ogni sera prima di addormentarsi rievocassero gli avvenimenti della giornata e riflettessero a ciò che è stato di buono e di cattivo nella loro condotta”! In questi mesi la nostra diocesi si ritrova in otto grandi assemblee pastorali per verificare, proporre, interrogarsi, discernere e scegliere i contenuti e le forti motivazioni cristiane dei cammini pastorali futuri. Come far scoprire ai nostri giovani digitali l’importanza di ascoltarsi, di conoscersi, di fermarsi a riflettere nell’intimo della loro coscienza? La mia proposta convalidata dall’esperienza passata e in corso nella mia comunità giuseppina di Roman (Romania) è quella di aprire con coraggio un “Centro- Ti Ascolto ” in ogni zona pastorale, un centro dove una equipe di esperti, uno psicologo, un sacerdote, un educatore , è disponibile per ascoltare i giovani, orientarli, consigliarli, sempre nel rispetto e nella libertà. Non potrebbero essere questi Centri un punto di partenza non tanto per la ricerca vocazionale quanto per la raccolta vocazionale, di tutte le vocazioni: di speciale consacrazione, alla vita di famiglia, e nelle varie mission che il Signore affida a ciascuno di noi nella sua vigna che è la chiesa e in senso lato l’umanità intera? Mi si permetta ora di riportare e di indirizzare ai giovani lettori di Vita Trentina, quanto scriveva a soli 17 anni un santo, al quale sono particolarmente affezionato, San Leonardo Murialdo, educatore appassionato dei giovani.

“ Prendi lezioni dal passato

ma vivi nel tuo tempo,

ascolta e comprendi la voci dell’universo,

della tua terra, della tua gente,

della tua città, della tua patria,

le voci dei sofferenti, dei poveri

e degli oppressi.

Compenetrati di tutto ciò che è bello,

buono, vero e santo.

Non si perde nulla a vivere generosamente,

nobilmente, amabilmente,

nutrendo nell’animo la sincerità,

la giustizia, il buon senso, la bontà.

Solo così imparerai a leggere i segni dei tempi e di Dio,

e a sentire i richiami delle anime”.

(S.Leonardo Murialdo a 17anni)

Padre Fabio

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