“Costruiamo un’autentica comunità di fede e di amore”

Comunità parrocchiali del Bondone festanti, la seconda domenica d’ottobre a Sopramonte, per il rito d’insediamento di don Tiziano Filippi. Ad accoglierlo a braccia aperte tra due ali di vigili del fuoco volontari sul sagrato della chiesa del Sacro Cuore di Gesù addobbato a festa, frotte di fedeli trepidanti e numerosi presbiteri della diocesi tra i quali l’omonimo, nel cognome, mons. Giuseppe vescovo di Kotido.

Il cinquantenne sacerdote originario di Albiano è chiamato ora a reggere le redini delle parrocchie sorelle di Baselga del Bondone, Cadine, Sopramonte e Vigolo Baselga succedendo a don Ruggero Fattor salutato tre settimane addietro per sopraggiunti limiti d’età e incaricato dell’assistenza spirituale presso la Apsp di Povo.

Nel nuovo pastore è riposta la speranza di quattro paesi contigui della fascia pedemontana del Bondone, grossomodo popolati da cinquemila unità, di camminare insieme per costruire “un’autentica comunità di fede e di amore” pur mantenendo ognuno la propria identità. Lo si è colto nel saluto iniziale per bocca di un rappresentante del consiglio pastorale interparrocchiale: “La accogliamo come un fratello nella fede, don Tiziano, ma anche come un padre il cui compito sarà quello di spronarci e incoraggiarci ad aderire al Vangelo”.

Il benvenuto a nome dell’istituzione circoscrizionale è stato rivolto dal presidente Domenico Fadanelli, nelle cui parole l’auspicio di “continuare il nostro di fede e fare grandi cose insieme” per non dire del consolidamento di quella stretta collaborazione che da sempre avvolge i legami tra le realtà parrocchiali e il mondo dell’associazionismo locale.

“Che la bellezza di questa chiesa e di queste parrocchie sia riflesso della bellezza più importante che è quella delle relazioni tra le persone”, la placida e cordiale sottolineatura di don Tiziano. “Chiedo al Signore che di questa bellezza sia anch’io collaboratore”, l’invocazione del già parroco in Val Rendena, in cinque chiese fiemmesi e a Zambana ringraziando i fedeli per l’accoglienza in pieno stile comunitario.

Da questi l’augurio di un generoso e fecondo ministero pastorale per poter “fare grandi cose con l’aiuto di Dio” a servizio dell’evangelizzazione e della più autentica carità cristiana. Perché un prete fedele è sorgente di pace e di gioia per sé e per gli altri, come la “fontana del villaggio” a cui attingere secondo l’immagine cara al “Papa buono”.

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