“Salviamo le case affrescate di Trento”: l’appello del FAI raccolto dagli studenti trentini

I magnifici affreschi di Casa Rella in piazza Duomo. Foto © Gianni Zotta
Le case affrescate rappresentano uno dei patrimoni più importanti della città di Trento, da tutelare e valorizzare. E soprattutto, da proteggere dal deperimento. Anche per questo, il FAI dedica le sue “Mattinate d’Inverno” alla riscoperta delle facciate di Palazzo Alberti Colico, dei palazzi di Piazza Duomo, di Palazzo Geremia in via Belenzani e di Palazzo del Monte.

A presentarle, nel corso della prossima settimana, saranno gli studenti di altrettanti istituti superiori: il Liceo delle Scienze Umane “A. Rosmini”, il Liceo Linguistico “Marie Magdalena Scholl”, l’ITE Tambosi Battisti – Turismo, il Liceo Classico “G. Prati”, mentre L’ITT Buonarroti – Pozzo, sezione Costruzioni Ambiente e Territorio, che ha concentrato la sua attenzione su piazza Cesare Battisti, che necessita di tutela anch’essa.

“Ci troviamo purtroppo di fronte a una situazione preoccupante”, chiarisce subito Ezio Chini, storico dell’arte e membro delegazione del FAI e del direttivo di Italia Nostra, associazione che da qualche anno porta avanti il censimento delle decorazioni cittadine: dalle grandi facciate affrescate ai dipinti murali più piccoli che, però, non sono risparmiati dal degrado. “Su un centinaio di dipinti esterni presi in esame, più della metà non versa in buone condizioni. Anche se – sottolinea ancora Chini – un conto è guardarli da terra con il binocolo, un altro è osservarli da vicino, con indagini più approfondite: penso che ci sia il bisogno di un’attenta verifica complessiva”.

Ezio Chini

Una massiccia opera di restauro era stata messa in campo dall’ente pubblico nel ventennio compreso tra i primi anni Ottanta e la fine degli anni Novanta. “Ma in questi ultimi decenni – fa notare Ezio Chini – è mancato il monitoraggio periodico, il comportamento dell’opera d’arte sulla quale si è intervenuti andrebbe costantemente monitorato”. Anche per questo Italia Nostra, già lo scorso anno, aveva sollecitato la Soprintendenza a intraprendere un’indagine preliminare con i restauratori e stabilire una scala di priorità. “Un lavoro che non è ancora stato fatto ma che speriamo possa partire al più presto”, riprende Chini, lanciando un appello anche ai nuovi responsabili provinciali della Cultura.

Il degrado si è accelerato negli ultimi vent’anni e il rischio è quello che venga compromessa buona parte di questo patrimonio artistico, a Trento e non solo. “Penso, solo per fare alcuni esempi, ai fregi cinquecenteschi sui magnifici Palazzi dei Conti di Arco o agli affreschi di via Maier a Pergine, opere di grande valore ma bisognose di urgente sistemazione”, precisa Chini.

Intervenire rapidamente, anche con analisi chimiche degli intonaci, sporchi e corrosi, significa evitare che il degrado vada avanti troppo velocemente. Più si attende, più il restauro diventa difficile. E costoso. Non a caso, per le sue Mattinate d’Inverno, il FAI e i suoi Apprendisti Ciceroni, a Trento, concentreranno la loro attenzione su quattro palazzi cinquecenteschi le cui facciate, furono decorate assieme a quelle di tante altre dimore nobiliari, su spinta di Bernardo Clesio, che per primo incentivò tale uso.

“Tra questi, Palazzo del Monte, all’angolo tra via Suffragio e via San Marco, restaurato 37 anni fa per l’ultima volta, presenta i danni maggiormente visibili. Anche le facciate dei palazzi del Duomo non stanno bene; Palazzo Geremia non è stato certamente dimenticato dato che ha avuto quattro interventi di restauro nel corso del Novecento. Tuttavia gli affreschi si presentano degradati, impalliditi: una revisione -suggerisce Chini – andrebbe eseguita, dato il prestigio e l’importanza della sede”.

Oltre a far parte della storia della città, le case affrescate rappresentano un’attrattiva turistica. “Un motivo in più per prenderci cura di questi edifici, per ripulirli con interventi mirati che vedano, come accaduto in passato, la collaborazione tra pubblico e privato”, conclude Ezio Chini. “Trento ha un centro storico stupendo, nel complesso ben conservato e curato: una delizia che poche città del Nord Italia possono vantare”.

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