Cambia il clima, i popoli fuggono

Cadono anche in Trentino le foreste, lo sa bene chi abita nelle valli colpite dall’ondata di maltempo di fine ottobre. Sui danni alle foreste e sulle modalità di intervento ci soffermiamo nella pagina di “Agricoltura per tutti” in questo numero. Ma le foreste cadono, non più in grado di reggere ai colpi assestati da tempeste rese sempre più furiose dai cambiamenti climatici, anche in altre parti del mondo. E costringono chi da esse trae sostentamento a spostarsi altrove. Sono i profughi climatici, ai quali meritevolmente la Sat – Società degli alpinisti tridentini ha dedicato l’intero mese di novembre, avvalendosi delle conoscenze e delle competenze di chi i migranti li frequenta quotidianamente: Cinformi, Centro Astalli e Cnca (Coordinamento Comunità di Accoglienza).

La Sat ha voluto così tradurre in una proposta concreta l’indicazione emersa dal Congresso 2017 a vivere la solidarietà. Incontri, presentazioni di libri, mostre hanno dato modo di porsi domande sulle migrazioni, e anche di dare e darsi qualche risposta.

Presso la Casa della Sat in via Manci a Trento la mostra “In Viaggio” ha dato voce alle storie e alla creatività di alcuni ospiti della Residenza Fersina e al loro incontro con la terra d’arrivo, il Trentino, con la sua natura, le sue montagne, le sue grotte e si può ancora visitare fino al 14 dicembre (tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 19). I richiedenti asilo hanno rappresentato la propria storia, accompagnati e stimolati da un artista trentino, che dal canto suo ha interpretato con manufatti, immagini e installazioni la straordinarietà di questo incontro. Sono opere, quelle dei migranti, spesso acerbe da un punto di vista artistico, ma autentiche nel loro raccontare viaggi che rasentano il limite di quanto umanamente sopportabile. C’è chi ha attraversato a piedi il deserto del Sahara… e poi il mar Mediterraneo in improbabili gusci.

In questo percorso si è affrontato anche il tema della guerra combattuta, ieri come oggi, nell’ambiente alpino, e sui colonialismi di ieri come di oggi, grazie all’Atlante delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo. Come è stato reso evidente dalle parole della presidente della Sat, Anna Facchini, e del giornalista RAI Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante, c’è una parte del mondo, l'Europa, luminosa con le sue città e le sue fabbriche, e un’altra parte, l’Africa, che rimane al buio, sfruttata nelle sue materie prime che causano conflitti, ingiustizie e migrazioni.

Il lungo viaggio si conclude giovedì 29 novembre a Trento con una riflessione su come i cambiamenti climatici influiscono sullo spostamento forzato delle popolazioni. Dal 2008 al 2014, oltre 157 milioni di persone hanno dovuto spostarsi per eventi meteorologici estremi. E il numero delle persone in fuga da fame, siccità e alluvioni crescerà enormemente nei prossimi trent’anni se i Governi non interverranno con un’azione globale e un piano di sviluppo a lungo termine per la riduzione dei gas serra nell’atmosfera. Se ne parlerà dal 3 al 14 dicembre nella città polacca di Katowice, dove si terrà la COP24, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico. Sono i “profughi ambientali” dell’Africa sub-sahariana, dell’Asia meridionale e dell’America Latina. L’appuntamento con “Popoli in fuga e foreste che cadono. Le migrazioni a causa dai cambiamenti climatici” è alle 18 nello Spazio alpino Sat in via Manci, 57. Cinformi Immigrazione introdurrà il tema “montagna-rifugiati-migrazioni per motivi ambientali e climatici” con due suoi operatori, che affronteranno il problema delle migrazioni relative ai cambiamenti climatici attraverso infografiche e il commento alle tendenze globali, in un percorso che condurrà fino al Trentino. Il Centro Astalli Trento mostrerà un nuovo modo di dar voce a chi è senza voce: l’associazione si impegna infatti ad “accompagnare”, “servire” e “difendere” – secondo le indicazioni di Papa Francesco – anche con la suggestione di un progetto fatto di racconti, scritti da Angela Tognolini, che usciranno a puntate sul nostro settimanale diocesano. Stefano Graiff, presidente del Centro Astalli Trento, spiegherà a che punto si è nell’attuazione dei progetti di accoglienza, mentre dal Cnca arriveranno spunti per guardare al futuro.

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