“La lotta per l’Amazzonia ci riguarda tutti”

“Papa Francesco con questa Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi della regione Panamazzonica ci indica chiaramente che l’Amazzonia è uno specchio di tutta l’umanità”. Don Luigi Giuliani – ma per i suoi fedeli brasiliani da sempre, semplicemente, “padre Luis” -, originario di Romeno, è missionario in Brasile. Vi arrivò nel 1962, prete “fidei donum”. Filosofo e sociologo, paladino dei diritti umani, ha vissuto la dura stagione della dittatura militare a San Paolo e poi nel Rio Grande do Sul, dove si fece promotore di varie comunità ecclesiali di base. Poi negli anni Novanta del secolo scorso l’approdo a Manaus, nell’Area Missionaria São Francisco, immensa e giovane periferia, con l’indimenticato don Claudio Dalbon, condiscepolo di Charles de Foucauld, e don Mario Filippi.

Padre Luis è venuto a trovarci in redazione, prima di ripartire per il Brasile. “Come ricorda il Documento preparatorio, è una regione con una ricca biodiversità, è multietnica, pluriculturale e plurireligiosa. E’ abitata da centinaia di popolazioni indigene che parlano centinaia di lingue diverse. Abbraccia il territorio di ben nove Stati. Ma la questione più rilevante non è tanto l’aspetto ecologico, la necessità di preservare questa eccezionale biodiversità: il Sinodo si metterà in ascolto dei popoli indigeni e di tutte le comunità che vivono in Amazzonia”.

Perché è importante questo atteggiamento di ascolto, gli chiediamo. “E’ importante, e non è scontato. In tanti anni di presenza missionaria in Brasile devo riconoscere che il popolo mi ha insegnato che si evangelizza insieme. Conta la presenza, la relazione. Ce lo spiegò con due esempi Papa Giovanni XXIII, quando andammo, io e altri 12 colleghi, a ricevere da lui la benedizione prima della partenza per il Brasile: è importante, primo, vedere cosa fa il popolo e, secondo, valorizzare il popolo. Il popolo ci ha insegnato a essere umili, a tenere i piedi per terra, a rallegrarci per le piccole cose. Ecco, questo è l’ascolto”.

Quali sono le attese, cosa ci si aspetta da questo Sinodo? “Credo che ci sarà una forte opposizione, ci sarà chi non sarà molto contento”, risponde lasciandoci spiazzati. “E’ normale che un’iniziativa di questa portata non sia buona per tutti ed ecco perché mi aspetto una grande opposizione. Ma credo anche, nello stesso tempo, che offrirà una visione molto più profonda, molto più aderente al Vangelo della realtà, del nostro essere su questa terra. Questo Sinodo risponde anche alla volontà, più volte manifestata da Papa Francesco, di una Chiesa in uscita, capace di andare incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo, fino nelle periferie, anche esistenziali, più remote”. “Certamente, uscendo dalle sagrestie – ragiona ancora padre Luis – può capitare di sbagliare. Ma va bene così”.

L’invito conclusivo è a conoscere il Documento preparatorio e l’Instrumentum laboratorio, così come i molti materiali disponibili (si può vedere il sito ufficiale del Sinodo: www.sinodoamazonico.va). “Dovrebbero leggerlo tutti, la lotta dell’AMazzonia e per l’AMazzonia ci riguarda tutti”.

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