Missione, cambio d’epoca

Il teologo Salvarani e don Sacco (Pax Christi Italia) hanno lanciato la Settimana promossa da Verbiti e Zona Alto Garda e Valle dei Laghi

Che tutta“La vita è missione” – come afferma il titolo dell’inedita Settimana in corso nelle parrocchie dell’Alto Garda e Valle dei Laghi – lo si è ribadito fin dai primi interventi dei due ospiti di spicco invitati a Riva del Garda lunedì sera: sia il teologo Brunetto Salvarani che il coordinatore di Pax Christi Italia don Renato Sacco prima ancora di comunicare delle riflessioni hanno raccontato la loro attività quotidiana vissuta come una missione. Per don Renato l’essere parroco in una zona del Novarese, interpellata dalla vicina presenza di fabbriche d’armi, non è disgiunto dall’impegno di promuovere iniziative di giustizia sociale e “missioni di pace” in zone ancora di guerra come l’Iraq. Per il professor Salvarani, specializzato nel dialogo interreligioso e nello studio della Bibbia, la presenza culturale si integra con l’appoggio all’esperienza di convivenza di Nevè Shalom in Terra Santa.

Numerosi gli spunti affidati al gruppo promotore legato ai Verbiti di Varone e proposti a tutta la Zona pastorale per la prima volta insieme a vivere l’ottobre missionario: una proposta al giorno per sette giorni.

Stimolati dal nostro direttore, i relatori si sono sovrapposti nell’esigenza di ripartire dalla Parola di Dio, come sorgente in grado di rinnovare la missione e rendere sempre viva la tensione dell’annuncio. Per Salvarani quest’ascolto va completato anche con la capacità di vivere una dimensione eucaristica, sull’esempio del grande teologo Bonhoffer. Secondo il docente, che insegna Teologia della missione a Bologna, il cambiamento d’epoca indicato nella Evangelii Gaudium investe anche la realtà missionaria: non solo per il venir meno delle vocazioni e degli istituti missionari. C’è esigenza di un discernimento comunitario forte, di una capacità di fermarsi: “La nostra Chiesa ha bisogno di mettersi a pensare”, ha detto invitando a riprendere quanto scrissi il Card. Martini nella sua lettera “Farsi prossimo” e anche nel suo discorso “Noi e l’Islam”, datato 1990 e ancora profetico. Per Salvarani il dialogo è costitutivo della missione, non va apostrofato come “buonista”, richiede disponibilità a farsi compagni di viaggio e soprattutto testimoni.

Per don Sacco, impegnato nella campagna “Banche Armate” e contro le spese militari (“l’Italia deve fermarse il suo scandaloso mercato delle armi”), essere missionari è anche farsi operatori di pace, sia costruendo relazioni di fraternità che mobilitando le comunità. Ha spiegato i tre verbi del missionario don Tonino Bello: annunciare, ma anche denunciare, e infine rinunciare, a partire dalle scelte personali di vita. Grande interesse hanno destato anche gli incontri di martedì su “Vivere la missione” ad Arco e a Dro.

Dopo il dibattito, padre Gianfranco Maronese e il gruppo Sala del Dialogo hanno ricordato gli appuntamenti della settimana: giovedì con John Mpaliza e Giuliano Stenghel (modera Paolo Malfer) ad Arco e Alberto Conci e Vincenzo Passerini (modera Gianfranco Piccoli) a Vezzano; venerdì con le cene solidali e lo spettacolo “Una follia in ballo” (artisti cattolici di suor Anna Nobili) all’Auditorium San Giuseppe del Rione Degasperi e domenica alle 20.30 con la veglia interreligiosa presieduta da mons. Tisi.

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