Le chiusure zona per zona del nuovo Dpcm

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha illustrato in conferenza stampa a Palazzo Chigi le nuove misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19. Foto governo.it

Il Coronavirus non concede tregua: tutta l’Europa è alla prese con la pandemia, in forte crescita con la stagione invernale, e in Francia, Inghilterra e Germania si adottano restrizioni molto simili ai lockdown della primavera scorsa. In Italia intanto il premier Conte prova a mantenere la parola data, evitando di tornare, per quanto possibile, alle chiusure generalizzate di qualche mese fa. Va in questa direzione infatti il nuovo Dpcm firmato nella tarda serata del 3 novembre dal Presidente del Consiglio, che divide l’Italia in tre aree, a cui applicare regole e limitazioni diverse in base al livello di rischio: zone rosse (alto rischio), arancioni (intermedio) e gialle (più sicure). Una distinzione che si basa sull’indice Rt e altri parametri indicati nel testo, attraverso i quali ogni regione può essere collocata nella categoria di competenza.

Il decreto sarà applicato a partire da venerdì 6 novembre, con le seguenti classificazioni, annunciate dallo stesso Giuseppe Conte in conferenza stampa: “In fascia arancione Puglia e Sicilia. Zona rossa per Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta”. Sono considerate zone gialle quindi le province autonome di Trento e Bolzano, così come Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Toscana, Molise, Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia.

Oltre alle differenziazioni locali il provvedimento contiene alcune misure di prevenzione della diffusione del contagio che saranno applicate indistintamente su tutto il territorio nazionale, le uniche che nelle zone considerate a basso rischio modificheranno la situazione attuale. Prima tra tutte il coprifuoco che, tra le ore 22 e le 5 del mattino permette la circolazione delle persone soltanto per comprovate ragioni di lavoro, necessità e salute.

Chiudono musei e mostre, così come gli angoli destinati a scommesse e giochi nei bar e nelle tabaccherie. Restano aperti invece parrucchieri e centri estetici. I centri commerciali resteranno chiusi nelle giornate festive e prefestive, ad eccezione di farmacie, negozi di alimentari, tabaccherie e edicole. Bar e ristoranti continueranno con la chiusura imposta alle ore 18. Le scuole superiori saranno chiamate ad adottare completamente la didattica a distanza, i mezzi di trasporto invece potranno riempirsi solamente al 50%.

Le zone dal livello di rischio intermedio subiranno invece una stretta sia dal punto di vista delle attività, in quanto vengono sospesi tutti i servizi di ristorazione, ad eccezione della consegna a domicilio, mense e catering, sia per quanto riguarda le limitazioni alla circolazione: chi vive nelle aree considerate arancioni infatti non potrà né uscire dalla regione né dal comune di residenza o domicilio, se non per le solite comprovate esigenze.

Ancora più rigide infine le regole per le zone rosse, in cui la situazione sarà molto simile al passato lockdown. Nessuna possibilità di entrata e uscita da questi territori, all’interno dei quali, salvo urgenza o necessità, non ci si potrà spostare neppure tra comuni. L’attività scolastica potrà essere svolta in presenza soltanto per le scuole dell’infanzia, le elementari e la prima media, mentre l’attività motoria potrà essere solo individuale ed in prossimità della propria abitazione. Chiusi i mercati ed i negozi, ad eccezione di alimentari, farmacie e edicole; per bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie consentita soltanto la consegna a domicilio e l’asporto fino alle ore 22.

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