“C’era una volta la peste”, a Rovereto in mostra le pandemie nella storia

Quarantena, distanziamento, isolamento e dispositivi di prevenzione individuale non sono argomenti nuovi, nati con la pandemia da Covid-19. Nel 1575 e nel 1630 (anno della grande peste manzoniana), infatti, la peste colpì duramente Venezia e l’Europa: una storia ben raccontata nella nuova mostra “C’era una volta la peste. Venezia e Rovereto. Le misure di contenimento del morbo tra ‘500 e ‘600”, curata dalla Fondazione Querini Stampalia in collaborazione con la Fondazione Museo Civico di Rovereto e visitabile al Museo della Città di Rovereto fino al 9 gennaio 2022.

L’esposizione parte dalle grandi pandemie storiche toccando tematiche che riportano immediatamente e in modo straordinariamente suggestivo alla nostra attualità: ad esempio i “provvedimenti”, che riportano ai DPCM di oggi, le “lettere patenti” che venivano concesse dai Provveditori alla Sanità e che richiamano l’attuale e tanto discusso Green pass, la contumacia come l’attuale quarantena, e i lazzaretti come i nostri reparti di isolamento degli ospedali Covid. Dai documenti esposti si desumono altre analogie: per esempio che anche quella pandemia aveva sintomi respiratori, che i contagi arrivavano da Oriente e si trasmettevano per zoonosi, cioè con il passaggio dall’animale all’uomo.

Senza un vaccino, senza medicinali specifici, senza norme igieniche adeguate, di fronte ad un morbo devastante e inarrestabile, la Repubblica di Venezia per contrastare la diffusione della peste si affida alle sole misure che all’epoca apparivano efficaci, diventando antesignana delle misure di prevenzione: la disinfezione, il distanziamento, l’isolamento, le erbe officinali, le preghiere. Le grandi epidemie non conoscono confini e Rovereto non fa eccezione, trovandosi costretta a seguire un percorso del tutto simile, disponendo la chiusura della città, i limiti nella circolazione delle persone e delle merci, e costruendo un’ampia rete di lazzaretti, luoghi destinati ad isolare più che a curare le persone infette.

Attraverso documenti, oggetti, volumi antichi e stampe di medicina, astrologia, farmacia, osservando le mappe del contagio e le testimonianze della devozione popolare, la mostra “C’era una volta la peste. Venezia e Rovereto” racconta una storia che ognuno di noi in realtà conosce già. Specchiarsi in questa storia, che non ci è poi così lontana né così estranea, conduce a un confronto ricco di rimandi e suggestioni. Nel percorso, anche uno sguardo alle espressioni religiose come elemento di coesione: affiancate alle misure di sicurezza, contribuivano alla ‘tenuta del sistema’ e al suo rilancio, con i grandi cantieri di templi votivi. Intorno a questi luoghi della fede nasce una tradizione di pellegrinaggio tra sacro e profano, viva ancora oggi.

La mostra, pensata anche per come progetto educativo per le scuole rivolge lo sguardo all’oggi, alle incognite che ancora abbiamo davanti e alle poche eppure sostanziali differenze rispetto alle grandi pestilenze del passato: ospedali al posto dei lazzaretti, dispositivi di protezione individuale al posto di spezie ed erbe officinali e uno strumento di prevenzione straordinario come il vaccino. Ogni domenica pomeriggio alle ore 16.00, è compresa nel biglietto una visita guidata dell’esposizione.

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