Un gallo nel piccolo mondo “nuovo” di Folena

Presentazione Libro Folena la notte in cui carretto non canto editrice ancora vita Trentina (foto Daniele Panato/Agenzia Panato)

Da pochi giorni è in libreria per Ancora Editrice l’ultima “dolce fatica” del giornalista di Avvenire Umberto Folena, il suo primo romanzo: il titolo spiazzante “La notte in cui Carletto non cantò” fa pensare ad un thriller, mentre la copertina giocosa con un impettito gallo disegnato da Gianni Chiostri porta ad immaginare qualche fantasiosa sveglia. Per chi suonano i chicchiricchi? Se lo saranno chiesto anche i tanti lettori che apprezzano lo stile vivace e brillante dell’inviato di Avvenire, da pochi anni in pensione: come mai il graffiante Folena ha voluto provare a sperimentarsi anche con la pedalata lunga del romanziere , dopo aver pubblicato già nella sua carriera giornalistica una ventina di titoli fra saggi, biografie e pamphlet. La risposta l’ha data a Trento la settimana scorsa presso la Libreria Ancora lo stesso autore (noto in Trentino per la vicedirezione al quotidiano L’Adige negli anni 2004 e 2005) nel presentare in anteprima nazionale i motivi di quest’esordio narrativo: “Si potrebbe definire un romanzo su commissione – ha spiegato Folena – perché gli amici dell’Editrice Ancora mi hanno chiesto di ricreare in un romanzo un mondo simile a quello di Guareschi. Ci ho provato – anche se tutto è cambiato in questi 70 anni – puntando a scrivere un racconto corale, di popolo, ambientato in un paesino del Veneto pedemontano di oggi”.

Missione ambiziosa, affrontata “con grande divertimento”, perché Folena si è immerso con la sua straripante fantasia dentro questo piccolo borgo dal nome faticoso, “in cui non succede mai niente” (a parte l’enigmatico silenzio del gallo per tre giorni) e lo ha popolato di una ventina di personaggi – dal barbiere all’immigrato, tutti citati nelle prime pagine in rigoroso ordine alfabetico – che abitano e animano in verità tutte le parrocchie italiane, non solo quelle venete.

Ci si riconosce e ci si affeziona, solidali con il parroco don Ulisse inevitabilmente al centro della scena insieme al sindaco imprenditore Achille, con cui viene a crearsi una complicità anti ideologica

Umberto Folena presenta il suo libro alla Libreria Ancora di Trento (foto Daniele Panato)

Accalappiati dall’iniziale spunto giallo si viene via via trascinati a scoprire caratteri, vizi e virtù dei protagonisti, dei quali par di poter prevedere anche le mosse, tale è il realismo con cui il caricaturista Folena ce li presenta. Un po’ burattinaio e un po’ mentore, l’autore li fa incontrare e incrociare con personali fallimenti e vittorie di squadra, in un’alternanza scoppiettante (fin troppo talvolta) di situazioni in cui sono ben rappresentati tanti malanni del nostro tempo, ma anche i possibili rimedi.

Si passa dall’anoressia alla ludopatia (un tema sul quale Folena ha scritto un dossier prezioso), dagli scontri ideologici al revisionismo storico, arrivando a comporre un piccolo mondo, sempre antico e sempre nuovo, in cui si contrappongono – secondo lo schema caro al sociologo Bauman, assunto da Folena – le forze dell’individualismo egoista con le spinte di un improbo impegno per il bene comune.

Con dialoghi d’impianto quasi teatrale, alcuni excursus leggendari ed una dose d’ironia spruzzata in abbondanza, Folena si schiera a favore del bene possibile, lasciando però che anche il lettore si lasci interrogare dalle risorse comunitarie, minacciate dai “cattivi” di turno e messe in crisi da “legami liquidi”. Un affresco giocoso, dunque, ma non scacciapensieri, anzi per tanti aspetti impegnativo e provocatorio: quale sarà il futuro della comunità di Tretronchi raggiunta dalla globalizzazione dell’indifferenza?

Da narratore delle vicende ecclesiali, l’autore dipinge anche una Chiesa locale chiamata ad un “cambiamento d’epoca” talmente repentino da sembrare giù superato. Sarebbe ingiusto svelare le sorprese di un racconto divertito e divertente, che lascia nel lettore il desiderio di poter vivere ancora per qualche pagina dentro la coloratissima umanità di Tretronchi. Al punto da richiedere il seguito della storia per accompagnare don Ulisse “spedito” in quattro parrocchie d’alta montagna.

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