Torniamo alla “Parola” di verità contro le fake news artificiali

Lo spunto

Caro Sentieri, ci siamo! “Finalmente!”, dice qualcuno. “Inevitabilmente”, pensa qualcun altro.
Da parte mia non sono per niente convinto dell’intervento che l’ormai conclamata Intelligenza Artificiale ci sta proponendo. E non sono il solo.
Perfino Elon Musk e numerosissimi accademici hanno manifestato le loro perplessità con una affermazione che suona come un monito: “Stop allo sviluppo di ChatGpt, rischiamo sconvolgimenti epocali… Le società che sviluppano queste tecnologie rispondono solo a Wall Street”.
Nel frattempo è nato un corpo per ChatGpt alla Cattolica, il primo robot antropomorfo dotato di IA: tanti gli interrogativi…
Corrado Zanol

“Finalmente!”, dice lei, Zanol, della macchinetta “ChatGpt” che assemblando dati e informazioni raccolte attraverso le intrusioni nelle “privacy” della Rete, è in grado di preparare testi e comunicati che possono essere facilmente contrabbandati per articoli altrui. Ma “finalmente” si può ben dire, perché questa “innovazione” non migliora certo le sorti dell’umanità, ma contribuisce però a smascherare tutti gli equivoci che l’“on- line” nasconde, tutte le pericolose contraddizioni che una società sempre più basata su rapporti “virtuali” (solitudini, inganni…) presenta.

È certo, quindi, al di là dei robot di Musk, che le persone oneste, attente ai destini della loro comunità (vivere insieme per essere uomini e donne vere) devono fare molta attenzione al nuovo sistema comunicativo, studiarne i dettagli, prendere le opportune contromisure che non possono essere di semplice divieto, ma devono prevedere alternative e ricerca di nuove relazioni.

I divieti, di fronte alle minacce tecnologiche, non hanno mai portato a nulla. I pericoli maggiori che “ChatGpt” porta con sé, non stanno tanto nella sua dipendenza da Wall Street, nella ricerca di profitti che finiranno nelle tasche dei soliti pochissimi oligarchi occidentali, ma – come ha scritto Federico Rampini sul “Corriere della Sera “ (primo aprile) – “nella scomparsa dei confini fra realtà e finzione, verità e menzogna”. Se diventa possibile contrabbandare immagini o scritti attribuendoli a una persona che non ne è l’autore, “fa un salto in avanti la fabbricazione di fake news”. Come le recenti immagini di un movimentato arresto di Trump, tali da suscitare reazioni anche violente, pericolose per la democrazia, nei suoi sostenitori.

Il garante in Italia ha vietato ChatGpt, e bene ha fatto. Ma si tratta di una misura tampone, e tutti ne sono consapevoli. E allora che fare?

Senza presumere di offrire soluzioni su qualche suggerimento è forse possibile riflettere.

Il primo è di mantenere la calma: dopo tutto ChatGpt è una variante informatica del vecchio “taglia e incolla” che i redattori pigri usavano quando dovevano preparare in fretta un pezzo. È la credibilità della testata giornalistica, non il pescare notizie nel mucchio della rete che ne garantisce la correttezza.

Il secondo suggerimento è di dimenticare i “chat” con tutti i loro derivati, per tornare alla Parola. Sì, a quella del Vangelo, ma anche alle “parole” dei grandi saggi che in ogni tempo hanno ricercato la verità – dell’uomo e di ciò che lo sovrasta, della poesia, della bellezza – e che non a caso si sono affidati alla parola, non alla scrittura, da Cristo a Omero, da Budda a Socrate… Anche le più umili mamme ricorrono alla parola per dare dolcezza ed educare i loro bambini.

La Parola. La parola “creatrice”, che crea le situazioni e che si incarna nella storia, seguendola e determinandola.

La Parola resta l’antidoto migliore anche in altre situazioni per impedire i “messaggi” di contrabbando. Nella scuola, ad esempio, si torni senza timore alle interrogazioni orali, nelle quali non si può ingannare o copiare, lasciando da parte gli stucchevoli test con le crocette e “ricerche” spesso precotte.

La “Parola” cristiana è poi un’altra dimensione e merita un discorso più profondo che può interessare però anche chi non crede. L’ha “introdotto” don Silvio Pradel in un suo commento al Salmo 18/B che inizia con “Saggio è il tuo giudizio Signore”. “La parola chiara – dice Pradel – diventa persona, uno di noi. Dacci la forza di viverla per diventare noi stessi”.

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