Giampaolo Antoniolli è il nuovo delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa

È Giampaolo Antoniolli, 30 anni, di Caldonazzo, il nuovo delegato provinciale di Coldiretti Giovani Impresa. Antoniolli conduce un’azienda frutticola che produce mele e piccoli frutti ed è vicepresidente del Club 3P di Caldonazzo, oltre che assessore all’agricoltura del suo Comune.

È stato eletto all’unanimità nel corso dell’assemblea di Coldiretti Giovani Impresa Trento, che si è tenuta ieri presso le Cantine Vivallis di Nogaredo. Raccoglie il testimone del delegato uscente, Francesco Vanoli.

“Con la votazione di oggi iniziano 5 anni che porteranno novità per Coldiretti Giovani Impresa – ha detto Antoniolli -, perché attraverso il momento elettivo cambiano i delegati di zona, il gruppo di lavoro e cambia il delegato provinciale. Per quanto mi riguarda però vorrei che questo mandato rappresentasse una continuità rispetto a quanto portato avanti negli ultimi 5 anni dai giovani con Francesco Vanoli ma anche una continuità con le battaglie portate avanti dalla Coldiretti per la salvaguardia del nostro settore e di tutta la popolazione. Abbiamo avuto oggi la possibilità di ascoltare le novità della nuova Pac 2023-2027. Il mandato che inizia oggi ci dà quindi la possibilità di vivere appieno la nuova Pac, potendone apprezzare pregi e difetti. Penso che qualsiasi novità per quanto riguarda le nostre aziende non debba essere calata dall’alto ma debba essere frutto di un confronto continuo con gli operatori che vivono quotidianamente le campagne in prima persona. Ritengo inoltre che, anche in questo caso, servirà un occhio critico per analizzare a fondo le proposte della nuova politica agricola al fine di portare suggerimenti e migliorie per il futuro”.

Antoniolli ha quindi voluto ricordare il ruolo centrale dell’agricoltura, anche nel rapporto con gli altri settori e con la popolazione e rispetto alle politiche europee. “L’agricoltura – ha affermato – è il settore primario ossia quel settore fondamentale per la crescita e lo sviluppo di una popolazione. Spesso ci si dimentica che l’agricoltura, attraverso i pascoli e le coltivazioni, contribuisce alla salvaguardia del territorio e al recupero di aree abbandonate. Gli sforzi che la nostra agricoltura, sia a livello nazionale che locale, ha fatto in questi anni per rendersi sempre più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e attenta alla salute della popolazione non possono passare inosservati. È necessario che gli esempi virtuosi come i nostri vengano riconosciuti come tali e non trattati alla stregua di altri paesi Ue che in questi anni non hanno puntato al miglioramento della qualità delle produzioni e alla sostenibilità. Mi riferisco anche alla volontà da parte dell’Unione Europea di ridurre le sostanze attive e utilizzabili in agricoltura di una percentuale folle che arriverebbe in alcuni casi ad avvicinarsi al 60%. Così facendo si corre il rischio di non essere più in grado di far fronte alla pressione di malattie e patogeni con il conseguente calo drastico delle produzioni agricole, la perdita dei presidi sul territorio e la conseguente necessità a fronte di una popolazione in continuo aumento di dover importare prodotti agricoli dall’estero, con rischi per la salute e danni causati alla nostra economia agricola”.

Infine un richiamo al peso di Coldiretti rispetto alle istituzioni: “Ritengo che come giovani, nei prossimi 5 anni, dovremo far sentire la nostra voce e, insieme a tutta la Coldiretti, lavorare affinché l’agricoltura trovi a Roma come a Bruxelles il giusto collocamento, attenzione e rispetto”.

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