Volontariato, strumento di trasformazione sociale che fa fatica a coinvolgere i giovani

Il volontariato non è più solamente un elemento di assistenza, ma emerge come un agente di trasformazione sociale, dinamico e diversificato, in un mondo in costante evoluzione. A Trento, nel contesto del convegno “Volontariato e Volontariati”, promosso da Euricse e Labsus, venerdì 1° marzo sono stati esaminati gli sviluppi e i percorsi del volontariato a livello nazionale e in Trentino.

“Negli anni ’70 e ’80, il volontariato emerge come un movimento sociale concreto, distintivo per il suo impegno diretto nei problemi anziché per manifestazioni o la creazione di partiti”, ha raccontato il professor Gregorio Arena (Labsus e Università di Trento). “Inizialmente caratterizzato da forme tradizionali, il “nuovo volontariato” si organizza in gruppi che affrontano attivamente le sfide sociali. La legge 266 del 1991 riconosce solo parzialmente il volontariato, limitandolo alle organizzazioni di volontariato (ODV). Questo riconoscimento parziale porta a dinamiche competitive e rallenta il passaggio da ODV a cooperative sociali. Con il tempo, il concetto di volontariato si amplia, includendo dimensioni come il “volontariato delle competenze” e il “volontariato d’impresa”. Il Codice del Terzo Settore introduce una definizione più ampia di volontariato, riconoscendo volontari anche al di fuori delle ODV. Ad oggi il volontariato si trova di fronte a nuove sfide e opportunità, richiedendo una riflessione continua e l’adattamento a una realtà in evoluzione”.

Renato Frisanco (Associazione L. Tavazza), ricercatore sociale, studioso di volontariato e Terzo Settore ha ripercorso la parabola dell’impegno sociale gratuito dagli anni 70 ad oggi. Fiaccato dal neoliberismo e da varie crisi, stretto tra il potere politico e quello economico, il fenomeno cambia pelle, ma mantiene una sua vitalità. “Il “volontariato postmoderno” rappresenta un salto qualitativo, passando da un concetto di “doverosità del gratuito” tipico dell’azione militante, a una “gratuità del doveroso”, rivolta a cittadini “adulti” e responsabili. Non senza però allontanarsi da quello che era il pensiero dei padri fondatori”, con tutti i limiti della legge di Riforma del Terzo Settore”.

Il professore Luca Gori, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, si è soffermato sulla definizione legale di volontario e di attività di volontariato e le sfide che presentano sul piano giuridico. “È una definizione sospesa fra il passato – ciò che è già avvenuto – ed il futuro – le nuove manifestazioni dell’attivismo civico. Il Codice del Terzo Settore ha portato innovazioni importanti. Occorre una grande attenzione e sensibilità nel momento in cui si descrive questo comportamento espressione di una libertà, costituzionalmente tutelata, al piano delle regole da osservare, molto stringenti. Il diritto del “volontariato” si muove lungo questo percorso difficile fra libertà e regolamentazione giuridica e la riflessione è sempre, inevitabilmente aperta. Basti pensare al volontariato individuale, al volontariato digitale, al volontariato per le pubbliche amministrazioni, ecc. Si tratta di “sfide” giuridiche, sociali e culturali assolutamente aperte”.

Affrontando il tema del “volontariato in movimento” per sostenere le persone vulnerabili e curare i territori, la presidente di CSVnet, Chiara Tommasini, ha discusso delle sfide attuali. “I cambiamenti e le nuove esigenze del volontariato sono temi centrali nel lavoro quotidiano del sistema dei centri di servizio per il volontariato. Il volontariato oggi è diverso da quello di anni fa, sono diverse le esigenze, le motivazioni e anche i ritmi di vita, gli si richiede di essere sempre più innovativo e “performante” rispetto ai bisogni sociali in continuo mutamento e a nuovi interlocutori con cui è chiamato ad interagire (pubbliche amministrazioni, imprese etc). Per questo negli ultimi anni abbiamo puntato molto alla ridefinizione della nostra vision e delle strategie da mettere in campo per poter sostenere ed accompagnare al meglio le organizzazioni in un periodo di grandi cambiamenti; ma soprattutto per riuscire ad intercettare la voglia di impegno di tanti cittadine e cittadini che, se incanalata in progettualità ampie, può fare la differenza per cambiare in meglio le comunità in cui viviamo”.

Francesca Fiori e Maddalena Recla di CSV Trentino hanno investigato le modalità attraverso le quali i giovani possono essere coinvolti nelle nuove forme di volontariato, con un focus specifico sull’ambiente e il territorio, e come tali iniziative possano collaborare con il volontariato tradizionale. “Quando si parla di volontariato e giovani spesso si sottolinea la diminuzione della partecipazione ma non è solo una questione di numeri in calo; ad essere a rischio è anche la qualità della partecipazione e delle relazioni di cui il volontariato è portatore. Da questo nasce la necessità di ragionare e leggere insieme i mutamenti in corso, per individuare poi strumenti e modalità efficaci – ha detto Francesca Fiori – nuove forme di volontariato e attivismo, nonché nuove modalità di incontro e collaborazione con il volontariato più tradizionale per poter intercettare le energie dei più giovani che sono presenti all’interno delle comunità in forme differenti”.

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