Meloni a Trento, una firma e molti selfie

Il dono al premier di un casco degli allievi Vigili del Fuoco Volontari (foto Gianni Zotta)

La prima visita a Trento di Giorgia Meloni in veste istituzionale consegna ai fotografi la premier mentre indossa il caschetto dei giovani allievi Vigili del Fuoco, accarezza ai cani da soccorso e concede senza sosta un selfie agli uomini della Protezione Civile, omaggio al volontariato  che ha caratterizzato la sua mattinata trentina. In verità, la premier – così come in occasione degli altri accordi con gli enti locali sottoscritti in questi mesi – ha voluto sottolineare la ricaduta sociale del patto siglato questa mattina per cui lo Stato assicura alla Provincia autonoma 94 milioni e mezzo di euro nell’ambito del nuovo “Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027”, legato anche alle risorse del PNRR.

Accogliendola in Sala Depero, alla presenza di numerosi sindaci e della autorità locali (in prima fila anche l’arcivescovo Lauro Tisi),  il presidente Maurizio Fugatti aveva illustrato le tre nuovi sedi scolastiche finanziate da questi fondi – gli Istituti d’Arte “Depero” e “Vittoria” e il Centro di Formazione Professionale “Pertini” – assicurando da parte trentina un rispetto dei tempi nella realizzazione delle opere e aveva sottoposto alla Presidente Meloni l’esigenza di poter rivedere lo Statuto di Trentino e Alto Adige d’intesa con le autonomie speciali in un percorso parallelo all’autonomia differenziata della riforma Calderoli.  “Vogliamo essere capitale del volontariato non  solo quest’anno, perché i nostri volontari sono sempre in prima fila sulle tante emergenze”, ha concluso Fugatti introducendo l’esercitazione degli allievi dei Vigili del Fuoco volontari.

Nel suo discorso a braccio, Giorgia Meloni ha evidenziato il lavoro di revisione delle finanze statali e anche di rinegoziazione del PNRR – condotto insieme al ministro per gli affari europei Raffaele Fitto, pure presente a Trento – che avrebbe consentito di aumentare le risorse a favore degli enti locali: “Ma compito dello Stato non è solo di dare risorse, ma di creare le condizioni perché gli enti locali possano produrne di nuovo”, ha precisato testimoniando fiducia nell’amministrazione trentina, anche rispetto alla problematica della revisione dello Statuto.

La premier aveva raccolto i complimenti per aver ottenuto il trasferimento di Chico Forti in Italia ma ha aggiunto che esso va completato e non si è sottratta ad una domanda sul tema del presunto dossieraggio: “Bisogna vedere dove riesce ad arrivare la commissione Antimafia – ha detto –  poi valutare se c’è bisogno di qualcos’altro. È anche un tema di tempistiche, per istituire una nuova commissione ci vuole qualche mese”. Al termine della cerimonia, Giorgia Meloni si è fermata a lungo per salutare da vicino gli uomini della Protezione Civile, ha posato per alcune foto ricordo con i leader del centrodestra trentino e del suo partito Fratelli d’Italia e ha raccolto prima di salire in macchina per recarsi a Bolzano anche gli applausi e i cori inneggianti a “Giorgia, Giorgia” di alcuni giovani fans.

“Dove finiranno le risorse previste da questo accordo?”: se lo chiede in un’interrogazione il Gruppo Consiliare del PD che nel pomeriggio ha diffuso una nota con l’auspicio che “che queste risorse non finiscano nel nebuloso capitolo dei fondi del Presidente, o a finanziare solo strade, ma che possano invece essere investite nelle tante opere strategiche per il nostro territorio che fin qui la Giunta Fugatti ha ignorato”.

 

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