Da mille strade

Giovani, e non solo, da tutta la diocesi, per il cammino a piedi in Pinè, scandito dalla riflessione e dalla preghiera

Fin dal convenire, idealmente “da mille strade diverse”, il pellegrinaggio del primo giugno a Pinè ha proposto un cammino sinodale. Come faranno i giovani da tutt'Italia nel prossimo mese d'agosto per arrivare a Roma (vedi sotto), così da tutte le valli della diocesi si sono dati appuntamento venerdì scorso in tre luoghi significativi della città: il convento delle Canossiane, da tanti anni luogo di formazione e di preghiera, il seminario dove si formano i preti del futuro e la cappella universitaria, “focolare” della popolazione studentesca. La cena al sacco e la preghiera iniziale hanno creato presto quel clima “diverso” dagli incontri settimanali, straordinario come l'impresa degli oltre venti chilometri di salita nella notte.

In via Belenzani i tre gruppi si sono raccolti per avviarsi verso la Cattedrale in un primo tratto dedicato anche alle famiglie (poi agli adolescenti fino alle Laste). La celebrazione in Cattedrale, animata insieme dagli ottimi cori giovanili di San Giuseppe e San Pio X, è stata ricca anche di segni: all'offertorio sono state presentate l'esperienza del gruppo Sichem e il cammino degli scout dell'Agesci attorno al tema del discernimento.

Vibrante l'omelia dell'Arcivescovo Lauro che è partito dal fenomeno culturale legato alla protezione della privacy. Una certa enfasi sulle prescrizioni normative finisce per diventare anche la legittimazione di quel mascheramento, di quella tendenza di “non farsi trovare” che secondo mons. Lauro finisce per diventare un vero e proprio condizionamento. Gesù nel Vangelo invita ogni uomo a togliere le maschere, a vivere la vita nell'autenticità e nella libertà di scelte personali, secondo il suo suo esempi o: l’immagine dell’albero di mandorle richiama alla gioia di sentirsi innestati dentro questa vita libera.

“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio!”, tema mariano di quest’anno, è stato il filo conduttore delle domande proposte ai giovani nella salita dopo il santuario delle Laste dove il vescovo ha consegnato ai partecipanti al pellegrinaggio anche una speciale preghiera “perchè il Signore ispiri nuove vocazioni”. o: l’immagine dell’albero di mandorle richiama alla gioia di sentirsi innestati dentro questa vita libera.

L’adorazione silenziosa nella tappa alla Pieve di Civezzano ha consentito anche di lasciare su alcune tovaglie per iscritto eventuali intenzioni di preghiera, portate poi al braciere della Comparsa insieme ad altri pensieri predisposti nel cammino di servizio delle settimane precedenti. A proposito, particolarmente significative le testimonianze portate dai giovani che nel servizio ai malati, nella frequentazione dei detenuti del carcere di Spini e anche nel volontariato all’Hospice Cima Verde hanno sperimentato “la gioia d’incontrare Gesù nel volto dell’altro”.

“La fede non è un insieme di contenuti. È un legame di amore, di filiazione – come afferma la sociologa Chiara Giaccardi – Solo in cordata possiamo camminare con coraggio, perché se qualcuno cade gli altri lo tengono”. Lungo il cammino alcuni cordini ed una corda (usata anche per delimitare il percorso riservato alle confessioni) hanno richiamato il valore della comunità, il coraggio e la forza che viene dalla condivisione. Lungo la salita tra Madrano e la frazione del Buss altre voci hanno raccontato le esperienze di ricerca vocazionale, di pastorale in oratorio e nei gruppi giovanili, di ascolto della Parola negli incontri mensili e settimamali di “Passi di Vangelo”. All’alba del nuovo giorno, l’affidamento a Maria nella Conca della Comparsa riempita di giovani, pronti a ripartire.

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