Gli spunti dalle Settimane di Villa Moretta

“Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Sono i tre verbi – sempre più citati anche nella pastorale – indicati da Papa Francesco nel capitolo di “Amoris Laetitia” in cui si affronta il tema delicato delle “famiglie col cuore ferito”.

Sono tre atteggiamenti sui quali si sono confrontati a Villa Moretta in queste settimane i preti partecipanti alle settimane di aggiornamento pastorale (la seconda si conclude venerdì 25 gennaio) che portano nel titolo “fatiche e sfide di un cambio”. Ne ha parlato in particolare il parroco e teologo della diocesi di Verona, don Ezio Falavegna, suggerendo alcune piste per riuscire a passare “dai princìpi alla prassi pastorale”. E’ emerso fin dalla prima settimana che quanto si richiede ai sacerdoti ancora una volta di essere “in conversione permanente” e di ritenersi quindi “pastori evangelizzati per evangelizzare”.

Nella sintesi – valorizzata venerdì scorso dall’equipe animatrice – si è visto come i tre verbi possano essere applicati più in generale al ministero del prete oggi. Quello di “accompagnare” le persone con una presenza significativa ma anche umile – più che “occupare degli spazi”, preoccupazione centrale nel passato – comporta una disponibilità a creare relazioni sincere, aperte, a partire dagli stessi sacerdoti. A proposito è tornato anche lo stimolo a prevedere con coraggio qualche forma stabile di fraternità e di convivenza fra sacerdoti. Così “integrare” comporta la disponibilità a fare “gioco di squadra”, valorizzando il positivo che ognuno può dare. E infine “discernere”, che rimanda ad un ascolto reciproco e soprattutto un ascolto della Parola di Dio, sempre in grado di dare luce e conforto anche in giornate difficili.

A Villa Moretta, in un contesto attuale che mette in crisi la formazione giovanile di tanti sacerdoti, si è percepita la fiducia di affidarsi allo Spirito, senza temere di perdere qualche sicurezza o cedere alla tentazione di onnipresenza. Più che geografi che già conoscono mappe e strategie del mondo di oggi, i nostri preti si sentono esploratori decisi a uscire nel mondo per cogliervi i segni del Regno di Dio, sapendo di portare la bussola che orienta e la luce che guida il cammino. Fra l’altro l’immagine dei marinai, buoni collaboratori, è stata ripresa dal libro del profeta Giona, icona che ha guidato le meditazioni affidate ai biblisti don Stefano Zeni e don Piero Rattin.

Lo stesso Arcivescovo, nella sua sincera condivisione dell’ultima mattinata, ha sottolineato la priorità del “saper stare” davanti alla Parola di Dio per lasciarsi continuamente convertire. Ha anche invitato a guardare con fiducia ai doni che nascono dentro la nostra realtà trentina, facendo riferimento esplicito alle due iniziative che sono state presentate a Villa Moretta: il Servizio diocesano per la tutela dei minori e soggetti vulnerabili e lo Spazio Aperto per l’ascolto  di persone e coppie in crisi con la presenza dei volontari”.

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