“La scuola, il mio atto di speranza”

Il vescovo Bressan: “Ha donato tanto alla nostra comunità”

"La scuola è un atto di speranza che si compie ogni giorno". Lo ricordava – nella giornata della Maratona di Primavera della scuola cattolica, l'11 maggio di un anno fa – suor Eugenia Libratore, morta domenica 6 settembre all’età di 78 anni all'ospedale S. Chiara di Trento. "Storica" preside dell'Istituto Sacro Cuore e Superiora di quella comunità religiosa fino a due giorni prima del ricovero in ospedale, a causa dell’aggravarsi di problemi cardiaci di cui soffriva da tempo.

L’Istituto Sacro Cuore e il mondo della scuola le hanno dato martedì scorso l’ultimo saluto. Suor Eugenia era stata ricoverata venerdì in vista dell'operazione a cui avrebbe dovuto sottoporsi, ma prima aveva voluto incontrare i docenti per augurare loro un buon anno scolastico. “Il suo cuore era stanco, ma la teneva in piedi la sua forza d'animo”, ha ricordato la professoressa Nicoletta Zanoni, nella chiesa dell'Istituto di piazza Santa Teresa Verzeri dove è stata officiata la liturgia funebre. L'arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, affiancato nella celebrazione dal parroco del Duomo e di Santa Maria, don Luigi Facchinelli, ha espresso sentimenti di gratitudine e riconoscenza verso “chi tanto ha donato alla nostra comunità, vivendo intensamente nella fede e nella carità cristiana”.

Suor Eugenia, nativa della Provincia di Frosinone, laureata in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, era arrivata a Trento negli anni Ottanta, qualificando l’offerta formativa dell’Istituto S. Cuore. In seguito era stata chiamata ad incarichi a livello nazionale all'interno della congregazione delle Figlie del Sacro Cuore, per poi tornare a Trento nel 2013. Da pochi giorni, considerate le sue precarie condizioni di salute, aveva lasciato l'incarico di Madre superiora alla consorella suor Ernestina Gatti, giunta a Trento dalla Lombardia in vista di questo avvicendamento. “Di lei ricordo la passione per la scuola, per l'educazione, per le cose che possono portare alla libertà i figli di Dio”, afferma suor Ernestina a radio Trentino inBlu. “Col suo carattere esuberante e nel contempo esigente cercava, nel suo impegno educativo, la gloria di Dio. Ha lavorato sempre senza risparmio, perché aveva questa tensione: operare per far conoscere Dio, per far progredire il suo Regno. Anche l'ultima volta che l'ho vista, sabato scorso, in ospedale, il suo pensiero è andato alla scuola”.

Così, senza risparmiarsi, nell’ottobre dell’anno scorso suor Eugenia si era occupata del coordinamento delle celebrazioni per i 170 anni dell’Istituto paritario, al termine di un’estate segnata dalle polemiche per il mancato rinnovo di un contratto, “a motivo del mio orientamento sessuale”, denunciò una docente.

“Quando in una pausa di riflessione ci si ferma a scrutare la propria anima, si scopre che dentro di noi c'è un universo straordinario: da qui parte ogni intenzione, ogni pensiero, ogni azione. L'anima siamo noi, il nostro spirito, la nostra faccia, il nostro nome”: è il pensiero che suor Eugenia consegnò all'originale libro di Gianna Santoni "Anima: emozioni e sentimenti". Questo “universo straordinario” vedeva nei suoi alunni e nelle sue alunne, negli studenti e nelle studentesse, nei giovani. Per questo riteneva giusto proporre loro sfide “alte”, traguardi impegnativi. “Ho l'impressione che ai nostri giovani dobbiamo fare iniezioni di fiducia. Abbiamo bisogno di caricarli anche di quello che non siamo riusciti a fare noi, perché lo realizzino loro”, ebbe a dire in un'intervista a Vita Trentina. E concludeva: “Noi ai nostri giovani vogliamo offrire un futuro meno pessimista, meno chiuso alla speranza, meno ricco di paure”.

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