“Dedichiamo vie e piazze a Mayr Nusser”

Ma chi era Mayr-Nusser indicato da Paolo Mieli? Ecco una scheda del nostro collaboratore altoatesino Paolo Valente, fra gli studiosi più attenti del martire.

Josef Mayr-Nusser morì di stenti in un carro bestiame in sosta alla stazione di Erlangen (Baviera), il 24 febbraio del 1945. Fu l’epilogo, per lui e i suoi amici, di una vita significativa e intensa.

Josef era nato il 27 dicembre del 1910 nel maso Nusser ai Piani di Bolzano, in una famiglia di coltivatori, quarto di sette figli. Avrebbe voluto studiare, ma la situazione familiare non gli consentì di andare oltre le scuole commerciali. 

Nel giugno 1934 divenne presidente dell’Azione cattolica maschile per la parte altoatesina dell’arcidiocesi di Trento (che allora comprendeva Bolzano, Merano e la Bassa Atesina). Negli stessi anni fu membro della conferenza di San Vincenzo dei Piani e, nel 1937, presidente della neonata conferenza dedicata al vescovo tridentino Giovanni Nepomuceno de Tschiderer.

Era l’epoca del massimo consenso per Mussolini e dell’ascesa, in Germania, dell’oscuro astro di Hitler. Con i compagni dell’Azione cattolica, assistiti da don Josef Ferrari, Josef lesse e analizzò la pubblicistica nazionalsocialista (tra cui il Mein Kampf di Hitler e il Mito del XX secolo di Rosenberg) misurandone l’incolmabile distanza dal messaggio evangelico.

Nel maggio 1942 Josef sposò Hildegard Straub, conosciuta sul lavoro, e nell’agosto 1943 nacque il figlio Albert.

In occasione delle Opzioni del 1939 Mayr-Nusser si collocò tra i “non optanti”. Malgrado ciò nel settembre 1944 fu arruolato nelle SS. Dopo un mese di addestramento a Konitz, presso Danzica, il 4 ottobre Josef si rifiutò pubblicamente di pronunciare il giuramento di fedeltà a Hitler. A chi gli chiese ragione del suo gesto rispose: “Se nessuno avrà mai il coraggio di dire no, il nazionalsocialismo non finirà mai”.

Fu processato e condannato a morte. Il treno fermo alla stazione di Erlangen, dove si spense il 24 febbraio 1945, l’avrebbe condotto al campo di concentramento di Dachau.

Sepolta inizialmente a Erlangen, la salma fu traslata nel 1958 a Stella di Renon. Pietra d’inciampo, la sua memoria scomoda fu a lungo tenuta in ombra. Solo negli ultimi decenni la sua testimonianza è stata riproposta con convinzione alla riflessione degli altoatesini. È in corso per lui il processo di beatificazione.

Per un approfondimento ecco due titoli: Josef Innerhofer, Josef Mayr-Nusser 1910-1945. Discorsi, articoli e lettere di un martire del nostro tempo, Weger, Bressanone. Francesco Comina, L’uomo che disse no a Hitler. Josef Mayr-Nusser, un eroe solitario, Il Margine, Trento.

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