“La morte accomuna tutti e dà senso alla vita”

Al cimitero di Trento: “Fa abbracciare la luce calda della fraternità, come in questi tragici giorni”

“La morte accomuna tutti, e annulla ogni diversità. Va al di là delle identità e dello stato sociale. Ci costringe a uscire dalle zone d’ombra dell’odio e della competizione per abbracciare percorsi di comunione, la luce calda della fraternità, come stiamo sperimentando anche in questi tragici giorni”. È un passaggio dell’omelia dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi nella Messa per la solennità di Tutti i Santi, celebrata nel pomeriggio del 1° novembre al cimitero di Trento. Molti i fedeli presenti, così come in tutti i cimiteri del Trentino dove si è rinnovato il silenzioso pellegrinaggio sulle tombe delle persone care.

Monsignor Tisi ha invitato a considerare la lezione di “vita vissuta pienamente” anche da chi muore in giovane età, storie – ha rilevato – che tuttavia fatichiamo a vedere, che “rischiano di finire sepolte sotto il flusso incalzante delle nostre cronache quotidiane”.

“La morte – ha incalzato l'Arcivescovo – riscrive il codice esistenziale di ciascuno di noi. Rimette in ordine la scala delle priorità. Paradossalmente, restituisce senso alla vita stessa”. Nei giorni in cui ognuno si reca a rivedere i volti dei propri cari, ha proseguito, “abbiamo la grande opportunità di riconciliarci con la vita, dando ragione all’apostolo Paolo quando scrive che l’Amore non passerà”.

Citando, infine, l’Apocalisse, ha rammentato: “Il nostro non è un Dio che fa selezione in base al colore della pelle e all’appartenenza religiosa. È il padre proprio di tutti, a cominciare dai poveri, dagli ultimi, dai senza nome”. “La santità cristiana, allora – ha concluso – è alzarsi ogni giorno provando a pensare e trattare gli altri semplicemente come fratelli e sorelle”.

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