Il vento sta cambiando?

Si vota per il rinnovo totale della Camera dei Rappresentanti e per un parziale ritocco, più di un terzo, del Senato

E’ molto probabile (e auspicabile) che Donald Trump perda le prossime imminenti elezioni di middle term che si terranno all’inizio di novembre in America.

Il vento sta cambiando per il tycoon plurimiliardario. Continuerà ad indossare le solite sgargianti cravatte, ma forse perderà un po’ dell’arroganza che lo contraddistingue, i toni sprezzanti, la mancanza di rispetto per il prossimo. Soprattutto subiranno una brusca frenata le sue scelte di politica economica e fiscale e il suo atteggiamento tronfio perderà smalto.

Si vota per il rinnovo totale della Camera dei Rappresentanti e per un parziale ritocco, più di un terzo, del Senato e questi due anni di presidenza repubblicana hanno mostrato tutti i limiti “democratici” di una presidenza in tutto partigiana, apertamente (spudoratamente) a favore dei più ricchi.

E’ ben vero che l’economia americana sta crescendo in modo vertiginoso e questo viene sbandierato a destra e a manca come un segnale di salute delle scelte di Trump, ma si sottace il fatto che questa crescita economica (non chiamiamolo sviluppo, per favore) poggia principalmente sull’aumento della produttività che rasenta livelli insostenibili di sfruttamento e su salari modesti se rapportati al costo complessivo della vita. Sono soprattutto tre i dati sorprendenti che portano a limitare il super potere di Donald Trump che in questi due anni hanno caratterizzato il modello dell’american way of life.

Innanzitutto il protagonismo delle donne, non solo il cosiddetto Movimento #MeToo che pure con le sue denunce ha contribuito a togliere dal palcoscenico massmediatico molti alti papaveri della politica, del cinema e della televisione. E’ tutto un nuovo atteggiamento del mondo femminile – sono studentesse, casalinghe persino, e sono tantissime quelle provenienti dal mondo afro-americano – deciso a farsi sentire, a rivendicare un proprio ruolo. Invitano ad andare a votare, a non trascurare lo specifico peso che ciascuna di loro può avere. Incide senz’altro in tutto ciò l’atteggiamento platealmente misogino e cinico di Trump, misogino e cinico a tal punto che persino la moglie Melania e la figlia prediletta Ivanka hanno dovuto dissociarsi in più di una occasione (a dire il vero, prese di distanza fatte più con i gesti che con le parole, ma valgono i gesti, eccome!, a volte più delle parole).

La stessa vicenda di Brett Kavanaugh, il candidato giudice alla Corte Suprema accusato di stupro da Christine Blaseey Ford, rivela una profonda spaccatura nella società americana tra un mondo maschile fin troppo strafottente e sicuro di sé, dei propri “diritti” sul corpo delle donne, diritti consolidati, per così dire, da secoli di “supremazia”; e un mondo femminile che non pare più disposto ad accettare una condizione di ineguaglianza intollerabile e aperta – sfacciata per chi la subisce- sudditanza.

Ma pure il mondo giovanile, estremamente sfaccettato, e non potrebbe essere diversamente, dà segnali di un mutamento per come si atteggia ad esempio nei confronti delle armi.

Il fatto che in questi ultimi anni siano state proprio le scuole e i college ad essere i più colpiti dalla follia di sparatorie che hanno seminato stragi e lutti a dismisura, ha forse contribuito a fare maturare la convinzione che occorrono maggiori controlli nella vendita delle armi leggere e nel rilascio di autorizzazioni e controlli (licenze e porto d’armi). Molti diciottenni andranno a votare proprio con questa intenzione e il fatto che per la prima volta da molti anni in qua il 66% degli americani siano favorevoli ad un maggiore controllo sulla vendita delle armi la dice chiara sul cambiamento in atto.

Infine, ma non per importanza, serve far cenno ad un fattore che appare decisivo per il futuro stesso della “vecchia” America. Un mondo che sta morendo – letteralmente – quello dei vecchi bianchi incattiviti e risentiti, avvitati in un calo demografico inesorabile cui fa da contraltare il giovane mondo dei latinos, degli ispanici che continuano ad arrivare negli Stati Uniti nonostante il divieto esistente e le alte ringhiere che impediscono e le minacce di Trump di costruire quel muro alto alto ai confini col Messico.

Per le elezioni di medio termine saranno fondamentali anche i voti del “profondo” sud (Arizona, Florida, Texas, Louisiana, Mississipi) quell’America che nel 1861 – quando da noi si “riuniva” l’Italia – fece la secessione perché non voleva rinunciare a quei milioni di schiavi neri che garantivano benessere economico a costo gratis. Vedremo.

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