Il corpo delle donna non si affitta e non si vende

I corpi delle donne non si comprano e non si vendono, non sono cose a cui dare un prezzo; le funzioni del corpo umano non sono “servizi”. I corpi umani non sono disponibili per il mercato. Eppure il fenomeno che viene sbrigativamente definito “utero in affitto” sembra dimenticare che intorno a quell’utero c’è una persona con il suo corpo, la sua capacità di relazione e di provare sentimenti. Di fronte alla trasformazione dei corpi umani in merce, il gruppo “Corposoggetto” si propone, con visione anti-liberista e laica, di avviare una riflessione seria “su una questione cruciale come la maternità surrogata”, rispetto alla quale invece il dibattito appare “quanto mai superficiale e appiattito su slogan banali”.

“Crediamo invece – dicono le promotrici e i promotori di Corposoggetto – che questo tema e, più in generale, quello del rapporto tra tecnologia, desideri e diritti, ci chiamino ad interrogarci con profondità, come cittadini e come società, nel tentativo di costruire un'etica umana comune”. E aggiungono: “Corposoggetto, di fronte alle posizioni strumentali della destra e a quelle supinamente liberiste della sinistra, vuole valersi dello spirito critico sull’esistente, con analisi serie e approfondite, affinché le donne possano riprendere parola collettivamente su fenomeni che riguardano i loro corpi. Inizieremo con il problema della maternità surrogata e delle sue conseguenze biologiche, etiche e sociali. È una questione che coinvolge l’intera società, dove si scambia il desiderio di genitorialità con il diritto di avere a qualunque costo figli e figlie genetici, determinando la loro trasformazione in prodotti da prenotare e acquistare sul mercato assieme a corpi altrui. Utero in affitto o le sue definizioni più sfumate di maternità surrogata, gestazione per altri, maternità di sostituzione, gestazione di sostegno… sono un fenomeno nel quale è imprescindibile la presenza di una donna con il suo corpo mercificato. Chiamare le cose con il loro nome è l’inizio”.

Per questo, il gruppo promuove il ciclo di conferenze “Non si affitta, non si vende” per sollecitare “una presa di parola ancora più ampia e collettiva”. Il primo appuntamento è martedì 2 ottobre alle 20.30 nella Sala della Circoscrizione Oltrefersina, in via Clarina 2/1, a Trento. Interverranno con Laura Corradi, ex operaia, ricercatrice e docente di Studi di genere all’Università della Calabria (“Rischi per la salute di donne e bambini relativi a Inseminazione in vitro, eterologa e surroga di gravidanza”) e Paola Tavella, giornalista e attivista femminista (“I contratti di surrogazione di maternità dall’Ucraina alla California”).

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