«Mamma mia!»

Il giornalista e politico Mario Adinolfi ha presentato a Trento il suo libro “Voglio la mamma”

Mario Adinolfi, giornalista ed ex parlamentare Pd, è stato ospite venerdì 9 maggio a Trento su invito del Coordinamento Famiglie trentine e di Pro Vita. Nell’aula Magna dell’Istituto Salesiani ha presentato il suo libro dal titolo “Voglio la mamma. Da sinistra contro i falsi miti del progresso” (ed. Youcanprint). Un libro in cui Adinolfi ribadisce la centralità di alcuni diritti personali, a partire dal rapporto primigenio tra madre e figlio. In mattinata ne aveva parlato ai microfoni di radio Trentino inBlu.

Adinolfi, il suo libro affronta temi “etici” che lei però preferisce chiamare “essenziali”. Perché?

Perché riguardano il nascere, l'amare, il morire: questioni spinose di cui non si può discute in Parlamento dove sedevo fino ad un anno fa, e in particolare nel Pd perché sono considerati troppo “divisive”.

E invece?

Dobbiamo parlare e tanto, altrimenti lo fanno solo i giudici con le loro sentenze. Ne sono arrivate troppe. “Voglio la mamma” serve a dire: avviamo un discussione democratica, ma ricordiamoci che dobbiamo anzitutto tutelare i soggetti più deboli e non cancellare l'architrave dei rapporti umani, primo fra tutti quello tra madre e figlio. Sono esterrefatto se si estirpa la parola mamma per il più politicamente corretto “genitore 1 e 2”.

Falsi miti di progresso, come recita il sottotitolo del libro?

Forzature che portano l'uomo verso la negazione di sé. Nel libro distinguo libertà individuale e personale. Credo che quella individuale generi falsi miti di progresso. Dobbiamo concentrarci invece sulla libertà personale, degli individui in relazione tra loro. Sto facendo presentazioni in tutta Italia e noto che non sono solo, anzi. La maggioranza degli italiani la pensa così.

Il concetto tradizionale di “natura” a cui lei va evidentemente ispirandosi sta però cambiando i propri connotati dal punto di vista culturale, non crede?

Esistono principi di natura da difendere sapendo che siamo in un mondo dialettico. Dobbiamo saperlo fare senza opporre un muro, nel massimo del confronto, anche più laico possibile. Ma deve prevalere la razionalità, con al centro il concetto di natura. Altrimenti finiamo, come denunciava Hegel, nella notte in cui tutte le vacche sono nere.

La Chiesa stessa però intende mettersi in dialogo di fronte ad un mondo che sul versante famigliare è sempre più complesso. Il Papa ha convocato anche un Sinodo straordinario…

Mi sembra giusto e persino ovvio che si conservi la cura pastorale di ogni anima nel contesto della complessità. Diverso è immaginare che le relazioni familiari possano configurarsi come un arlecchino. La famiglia è una. Da qui non usciamo. Guardi, io non sono bacchettone ed esco da vicende famigliari complesse, non a caso il libro è dedicato alle madri delle mie due figlie. Ciò non toglie il rapporto primigenio tra madre, padre e prole. Ogni forzatura è pericolosissima.

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