Il romanzo è servito

somm1 : Alla Vela l’incontro con Riccardo Guetti, albergatore con la passione della scrittura: “Nel mio romanzo volevo trasmettere un messaggio di serenità”

“Mi piace pensare che, come l'oratorio dal quale è nato, il nostro hotel sia ancora il punto di incontro del paese”

Riccardo Guetti, 38 anni di Trento, è uno scrittore (ma non vuole che glielo si dica), un albergatore, un portiere di calcio, un marito e un papà di tre bambini. Con tutti questi ruoli è inevitabile che dorma pochissimo la notte: eppure non rinuncerebbe per tutto l'oro al mondo alle sue passioni. A novembre dello scorso anno ha stampato il suo primo romanzo con l'editrice Curcu & Genovese. “L'altalena di Giulia”, un thriller di formazione ambientato nel capoluogo trentino, con un titolo che inevitabilmente rimanda alle polemiche sugli stranieri nel quartiere della Vela, dove Riccardo vive da sempre e gestisce con la famiglia l'unico albergo.

“È vero che il paese è diventato più eterogeneo, ma in questo non vedo nessun problema; non c'è criminalità e c'è aria per tutti”, dice candidamente. A sentire lui, il senso di comunità nel quartiere è molto forte: la strada che arriva alla Vela di fatto non porta da nessun altra parte, quindi c'è poco traffico e molta pace. “Prima di alzare i toni, io penso sempre che si debba mettersi nei panni degli altri”, aggiunge senza esitazione.

Anche perché l'emigrazione fa parte del suo albero genealogico, al pari di quello di tantissimi trentini. Negli anni '70 era stata la nonna paterna Filidea Aloisi a decidere di comprare l'ex oratorio del paese: “Era una persona intelligente, che sapeva vederci lungo. Ha aperto la trattoria e si è messa ai fornelli, con i sei figli che davano una mano”, racconta Riccardo.

Poi però papà Elio e quattro dei fratelli decidono di trasferirsi in Germania, alla ricerca di fortuna, e a Norimberga aprono il ristorante “Alpino” che, con la sua cucina di tradizione italiana, le lasagne e la pasta alla bolognese, ha subito avuto molto successo. “Era l'unico locale aperto di notte e a volte non girava bella gente”.

È stato durante una breve vacanza a Trento che papà Elio incontra Lucia, amalfitana, impiegata come colf in una famiglia benestante. In via Belenzani è amore a prima vista e i due ripartono per la Germania assieme. “I miei tre fratelli sono nati a Norimberga, io a Trento, quando i miei genitori sono rientrati dopo aver messo da parte abbastanza soldi per reinvestirli nell'attività alla Vela”.

Ecco che allora nel 1995 inizia la ristrutturazione della trattoria, che due anni più tardi diventa albergo con 30 camere e una dependance. “Mi piace pensare che, come l'oratorio dal quale è nato, il nostro hotel sia ancora il punto di incontro del paese, con gli anziani che bevono il bianchetto e i giovani che prendono la pizza da asporto”, dice l'imprenditore, che fin da piccolo non ha avuto dubbi sul suo destino lavorativo. “L'hotel era casa mia: pranzavo con gli operai e facevo merenda nella grande cucina. Ho studiato lingue all'università ma ho sempre saputo che avrei voluto gestire questa struttura”.

Un impegno a tempo pieno che però non gli ha fatto dimenticare la passione per la scrittura, sbocciata già con i temi di italiano alle medie e i bigliettini romantici inviati di nascosto alle compagne di classe. “Nel 2012 ho saputo per caso del concorso letterario a Cavedine 'La fantasia prende la penna', ho partecipato e sono arrivato secondo con un racconto. Da lì ho preso coraggio”, ricorda Riccardo. Ha lavorato al romanzo per dieci anni, tenendolo sempre nel cassetto: “Ci pensavo tutti i giorni, ma non volevo avere fretta. Quando viene un'idea, il tempo si trova, anche se un libro ha bisogno di molte cure. Al di là del successo editoriale, il mio sogno era semplicemente pubblicarlo”.

La storia del sedicenne Riccardo (“Eh sì, c'è dell'autobiografia – ammette lo scrittore -, ma il fatto che la protagonista femminile si chiami Valentina, come mia moglie, è davvero una coincidenza”), che nella prima parte è incentrata sulle avventure scolastiche e amorose, mentre nella seconda si trasforma in un drammatico giallo, è piaciuta all'editore locale e ha visto le stampe. Il 17 maggio il libro è stato presentato al Liceo Rosmini e gli studenti lo hanno apprezzato. “Ho raggiunto il mio obiettivo. Volevo trasmettere un messaggio di serenità nell'affrontare la vita che è come un'altalena, dopo la discesa, c'è sempre la salita”.

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