Le Opzioni rilette

Mussolini e Hitler decisero di risolvere così la questione sudtirolese. Anche le minoranze germanofone del Trentino furono interessate

Ricorrono i settantacinque anni di uno dei periodi più controversi nella storia dell’Alto Adige. Nell’estate del 1939 i due dittatori, Mussolini e Hitler, decisero di risolvere la questione sudtirolese mettendo i cittadini di fronte ad una scelta: mantenere la cittadinanza italiana, restando nell’Italia fascista, oppure acquisire la cittadinanza tedesca, emigrando nella Germania nazista. L’Opzione riguardò anche alcune zone del Trentino. Ne abbiamo parlato con Tiziano Rosani, responsabile della Fabbrica del Tempo, che ha pubblicato recentemente il volume “Le Opzioni rilette”. Il libro sarà presentato al Grand Hotel Trento (piazza Dante), Sala Depero, mercoledì 9 aprile alle ore 20.30.

Rosani, che cosa rende quello delle Opzioni un tema sempre attuale?

Per la popolazione sudtirolese le Opzioni hanno rappresentato un trauma, una dimostrazione di impotenza: due Stati – l’Italia fascista e la Germania nazista – sottoscrivono un accordo prescindendo totalmente dagli interessi locali; la popolazione si ritrova spiazzata e priva di garanzie di futuro e a quel punto finisce per dar retta in molti casi alla propaganda nazista. Nel 1939 solo la Chiesa, almeno in parte, riesce a tenere i nervi saldi e a proporre una visione alternativa, ma è ascoltata tutto sommato da pochi. Quella compattezza politica che ha caratterizzato il mondo sudtirolese nel secondo dopoguerra va spiegata anche come reazione a quello shock, come volontà di non ritrovarsi mai più nel ruolo degli agnelli sacrificali. Le Opzioni insegnano anche altre cose: ad esempio quanto inaspettatamente efficaci e devastanti possano risultare solo pochi mesi di propaganda populista condotta con cinismo e metodo, come appunto fecero i nazisti. Ci insegnano dunque a vigilare e a non sottovalutare mai il populismo.

Quali novità contiene la pubblicazione “Le Opzioni rilette”?

Contiene soprattutto numerosi estratti di lettere ritrovati da “La Fabbrica del Tempo” presso l’Archivio Centrale dello Stato: si tratta di missive di persone note e di gente comune che il Regime dell’epoca faceva aprire, traducendone e trascrivendone i passaggi aventi per tema le Opzioni. Da quei documenti emerge un quadro di assoluta spontaneità che rende bene la drammaticità del momento, i dubbi dei singoli, le divisioni all’interno delle famiglie, la confusione di quei mesi. Il libro contiene tuttavia anche altro: una disamina articolata della tematica, ad esempio il silenzio che coprì per lunghissimi anni questa vicenda nel dopoguerra, l’atteggiamento della Chiesa, i Ladini, il problema del rientro degli optanti dopo la guerra, il punto di vista della storiografia italiana, l’eredità attuale delle Opzioni.

In che termini le Opzioni hanno riguardato anche il Trentino?

Furono ammesse alla possibilità di optare per la cittadinanza germanica, peraltro con alcune difficoltà, anche le minoranze germanofone del Trentino. Optarono per il Reich 830 abitanti della valle del Fersina e 408 di Luserna. Chi effettivamente emigrò dovette far però subito fronte a una situazione difficile, la Germania non era in grado di mantenere le promesse fatte, la realtà si rivelò assai diversa dalla propaganda. Si finì spesso per essere strumenti della politica di germanizzazione, nel mezzo della guerra, in contesti ostili. Alcuni tornarono presto alla spicciolata nei paesi di provenienza, altri alla fine della guerra, incalzati dall’avanzata sovietica e spesso dovendo abbandonare i propri beni.

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