Luna nera, la prima stagione su Netflix: tra luce e ombra, fantasy italiana

La nuova serie Netflix “Luna Nera”

È disponibile su Netflix la prima stagione di Luna nera, terza serie italiana prodotta per il canale web a pagamento.

Scegliendo il genere fantasy, racconta una storia ambientata nel Lazio del XVII secolo. Protagonista è Ade, un’adolescente accusata di stregoneria dopo aver predetto la morte di un nascituro. Costretta ad abbandonare il villaggio, con il fratellino Valente trova rifugio in un castello nascosto dove vivono Tebe, Janara, Leptis e Persepolis. Comincerà così a scoprire la sua vera natura e le aspettative del gruppo di donne, in attesa dell’eletta che salverà le streghe perseguitate dalla furia dei Benandanti, capitanati da Sante.

Basata sulla trilogia di romanzi Le città perdute di Tiziana Triana, Luna nera è una serie tutta al femminile, dalla sceneggiatura alla regia, divisa tra Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Ed è stata presentata come il racconto del pregiudizio verso le donne, ancora oggi discriminate, guardate con sospetto se troppo indipendenti e spesso bruciate da parole di odio e intolleranza.

Tanti in realtà sono i temi che emergono dalla trama, che in questi primi sei episodi tradisce una certa fragilità nel reggerli tutti adeguatamente.

A fare da sfondo, l’eterna lotta tra superstizione e ragione, impersonata da Pietro, figlio di Sante, che si innamora, ricambiato, di Ade. Studente di medicina, affronta la malattia della madre e la rabbia impotente del padre, che di quel male incolpa Ade, allargando il suo odio verso tutte le donne colpevoli di non essere accompagnate ad un uomo.

Dalla paura del diverso nasce la tentazione umana di trovare un colpevole dei colpi del destino, rinforzata da una fede ridotta a contraltare magico della stregoneria, che contrappone bene e male senza trovare corrispondenza nella realtà. Lo scontro tra opposti non mette di fronte solo uomini e donne, ma ogni personaggio con se stesso, facendo intuire che ciascuno di noi porta in sé luce e ombra, amore e odio, femminile e maschile. Niente è come appare e la vera sfida è nella scelta.

Supportato dalla scenografia affascinante di antichi borghi, impreziosito da una fotografia eccellente e da costumi ben curati, il racconto non riesce tuttavia ad andare in profondità, lasciando a pennellate troppo rapide la complessità dei personaggi.

Più favola che dramma, Luna nera prende quota nel corso delle puntate fino al colpo di scena finale, un avvincente ribaltamento di ruoli a partire dal quale la seconda serie dovrà dimostrare di saper fare di più.

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