Donare, non solo rinunciare

Dopo aver dedicato diverse ore alla lettura dell’Enciclica Laudato si del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune viene da porsi la stessa domanda rivolta a Giovanni Battista: “e noi che cosa dobbiamo fare?” (cfr Luca 3,10-18).

La risposta del Battista è quella di assumere uno stile di vita segnato dalla sobrietà, dall’essenzialità e dallo stile del servizio. Papa Francesco in questa sua enciclica, ci pare, desideri proprio che la Chiesa esprima sempre di più un’azione pastorale che sappia prendersi cura della casa comune che è la creazione, ma soprattutto l’umanità che rende viva questa abitazione.

Il vescovo di Roma unisce la Parola della Bibbia alla realtà del vissuto delle persone, in un dialogo che sa scoprire le situazioni problematiche prima, e trovare una risposta nella proposta che Dio creatore fa del suo progetto di vita. I gravi problemi che colpiscono l’ambiente e la vita dell’essere umano, si possono riassumere nella sete di potere e nella avidità: povertà già espresse in modo mirabile nella Evangelii gaudium, dove si parla della nuova idolatria del denaro (nn. 55-57) e del privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi (n. 223). Concretamente, cioè, il privilegiare il potere della tecnocrazia rispetto alla dignità della persona, della finanza sull’economia reale, del piacere-divertimento sull’amore, dell’usare le persone sul servizio al Bene comune, degli interessi di parte sulla politica. Per parlare dell’avidità, il vescovo di Roma si fa aiutare anche dal Patriarca Bartolomeo che ci ha proposto di passare dal consumo al sacrificio, dall’avidità alla generosità, dallo spreco alla capacità di condividere, in un’ascesi che «significa imparare a dare, e non semplicemente a rinunciare» (nn. 8-9).

I problemi, quindi, non sono semplicemente tecnici, legati alla scarsità delle risorse come ci dice un’economia classica, ma legati alla visione integrale della persona, alla consapevolezza della dignità di ogni essere umano, all’accoglienza e alla custodia della vita. La risposta a questa situazione di peccato sta nella conversione personale, sociale e politica per reimmergersi nuovamente nel progetto di una ecologia integrale che sviluppa un processo nel quale l’essere umano e l’ambiente sono alleati, potremmo dire complementari. L’ecologia integrale trova la sua motivazione nella ricchezza spirituale ed etica cristiana, che motivano ogni cambiamento in meglio ed indicano un’azione per il bene della persona. La risposta a questa situazione problematica, ci indica papa Francesco, sta nel riscoprire che l’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra (n. 66) e nel fatto di riportare la persona come soggetto e fine di ogni azione dell’essere umano stesso (cf n. 112). Ora c’è da chiedersi se questa enciclica convertirà il nostro cuore dal potere al servizio, dall’avidità al dono, dallo sfruttamento alla libertà? Questo non si può sapere, ma sicuramente le persone che hanno già intrapreso il percorso di una ecologia integrale hanno ricevuto una grazia ed un incoraggiamento per perseverare su questo cammino. Prima di tutto sono le nostre comunità cristiane ad essere interpellate se vivono il risparmio energetico: se i cristiani sono disposti a vivere con meno riscaldamento e meno luci (anche nelle chiese), se sappiamo rinunciare un po’ di più ai veicoli privati per i pubblici o almeno passare dalla benzina e gasolio al gas metano meno inquinante (n. 165), se ci impegniamo a produrre meno rifiuti, anche quelli riciclabili.

L’impegno più grande, però, sarà quello di creare un mondo economico e del lavoro che coinvolga tutta l’umanità, come del resto chiedeva il Concilio vaticano II nella Gaudium et spes e più concretamente Paolo VI nella Populorum progressio del 1967: nuovi lavori che producano non solo oggetti e solo per alcuni, ma cura della persona, della vita in un processo educativo integrale per trovare la pace interiore nel quale si sappia cogliere il valore dell’essere umano e cogliere le parole d’amore della natura (n. 225).

don Rodolfo Pizzolli

delegato vescovile per la Pastorale sociale, Ambiente e Turismo

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina