“Prima la compassione. Evitiamo atteggiamenti di giudizio”

“Dobbiamo superare la logica del nesso tra causa ed effetto. C'è sempre una singolarità della persona”

“La solitudine centuplica e drammatizza qualsiasi difficoltà”

“Sento l'importanza di accostare questa dolorosa vicenda con grande rispetto, con compassione, evitando gli atteggiamenti di giudizio”. Più che ad interrogarsi sulle cause del tragico evento, il dottor Angelo Mercurio invita a “sentirsi partecipi e vicini al dolore dei familiari come se noi stessi ne fossimo colpiti”.

“Dovremmo superare la curiosità morbosa, scavare nei particolari non giova a nulla”, premette ancora Mercurio, referente di fiducia della Diocesi nell'ambito della fragilità sociale (collabora da volontario al Gruppo per il disagio psichico con le sue competenze di psichiatra esperto) e aggiunge: “Aiuta invece riscoprire in ciascuno di noi una dimensione interiore, una capacità di discernimento degli avvenimenti per recuperare gli autentici valori della vita”.

Molti si chiedono se una pesante situazione finanziaria può scatenare una reazione così tragica…

Ecco, dobbiamo superare la logica del nesso tra causa ed effetto. In questi casi c'è sempre un mistero nella singolarità della persona; bisogna capire che tipo di difficoltà economica avvertiva, in quale condizione interiore si trovava la persona… che non conosciamo e che non ha lasciato nulla di scritto. Non ci sono elementi per interpretare quanto successo.

Ma la condizione economica può essere un fattore di rischio?

Certamente, in generale lo abbiamo riscontrato in questo periodo di crisi economica con l'incremento dei suicidi legati alla perdita del posto di lavoro. Ma non creiamo automatismi. E' importante lanciare invece il messaggio in che la vita è qualcosa che vale sempre, anche se è povera.

Vede anche lei il rischio emulazione, paventato dagli inquirenti nel raccomandare attenzione ai cronisti?

Assolutamente. Tanti studi dimostrano che, nel caso dei suicidi, una grande enfasi sui mass media, le foto in prima pagina, una descrizione ultra dettagliata delle circostanze e delle modalità, possono portare ad un incremento del fenomeno.

Come accorgersi di una situazione di disagio?

È difficile se la persona vive una ferita talmente grande per se stessa (un lutto, problemi economici o di salute) in una situazione di solitudine; si trova quindi incapace di esternare le proprie difficoltà anche alle persone più vicine, anzi costruisce uno schermo per proteggersi e vive dentro di sé una crescita della disperazione.

Dott. Mercurio, la solitudine purtroppo è un male diffuso nella società contemporanea…

Sì, è una condizione che centuplica e drammatizza qualsiasi difficoltà. Se la sofferenza si affronta in una dimensione dialogica e di richiesta di aiuto si contribuisce a togliere quegli elementi di tossicità che portano alla disperazione e, talvolta, a reazioni più distruttive.

Quali anticorpi possiamo mettere in circolo?

Riconoscere la solitudine come elemento di forte rischio per la salute e la vita delle persone e accettare la propria fragilità, come componente della nostra vita andando contro certe immagini di perfezione, di successo e di bellezza assoluta, che la nostra società ci propone. La vita non è mai lineare, è fatta di luce e di zone d'ombra. Ed è qui che si annida il rischio del giudizio.

Ma basta accettare i propri limiti per superare il disagio?

È la premessa per avere compassione nei confronti degli altri quando vivono la nostra stessa condizione. E' un approccio di tipo culturale: essere luce gli uni agli altri nell'attraversare il dolore ci fa riscoprire la bellezza della vita e della solidarietà, riduce certi standard perfezionistici che diventano gabbie terribili.

In questa direzione opera il vostro il Gruppo diocesano per il disagio psichico…

È l’espressione concreta di una comunità cristiana che vuole offrire ascolto e sostegno a questa condizione di fragilità umana. Uno spazio che cerca di far conoscere queste problematiche, l’importanza della relazione e dell’ascolto, il peso della solitudine. Diffondere questi percorsi positivi con cui la comunità cerca di attrezzarsi per prendersi cura di sé ci rende più resilienti difronte alla difficoltà della vita e aiuta a non perdere mai la speranza. La speranza intesa come elemento che nella fatica e nel dolore illumina il nostro percorso esistenziale.

Dottor Mercurio, si riesce a superare una simile tragedia che, come osserva il vescovo Lauro, con il suo indicibile carico di dolore, toglie il respiro?

Quei familiari hanno bisogno del nostro amore fraterno, non dobbiamo dimenticarci di loro.

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