Trento prima città rifugio

Approvata in Consiglio comunale una mozione che impegna sindaco e giunta a sostenere le persone che lottano per difendere i diritti umani e ambientali

Sull'esempio delle città rifugio in Olanda, anche Trento si schiera con i difensori dei diritti umani, diventando il primo comune italiano a dichiarare l'intento di offrire protezione temporanea alle persone che difendono i diritti umani, cioè gli attivisti che sono il volto visibile di movimenti, organizzazioni, comunità, popoli impegnati a rivendicare il proprio diritto a esistere, a mobilitarsi, a difendere la propria dignità e la propria terra.

Già la Provincia si era mossa in questa direzione approvando la mozione 190 sulla difesa dei difensori dei diritti umani e ambientali, presentata alla cittandinaza mercoledì 23 maggio in un incontro pubblico insieme alle associazioni del Trentino impegnate nella promozione dei diritti umani. La mozione 190 è proprio il frutto del lavoro avviato dalla Provincia Autonoma di Trento con organizzazioni ed associazioni della società civile trentina, grazie anche al lavoro di sensibilizzazione e informazione svolto dalla rete In Difesa Di in Italia. Presentata ed approvata a fine gennaio con la prima firma della consigliera Violetta Plotegher, la mozione trentina è la prima in Italia ad applicare la Risoluzione n. 7-01051 Tidei sulla tutela dei difensori dei diritti umani. Un’iniziativa che risponde alla recrudescenza – certificata dall’Onu e dalle maggiori agenzie ed organizzazioni internazionali – di assassinii mirati contro coloro che “si impegnano per promuovere o proteggere, in modo non violento, i diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU”. All’incontro con la cittadinanza hanno partecipato, insieme alla consigliera Plotegher, l’assessora alla Solidarietà Internazionale e Pari Opportunità Sara Ferrari, i rappresentanti del Forum Trentino della Pace e delle associazioni della Rete In Difesa Di; presente anche il presidente di Justicia y Paz Colombia, Danilo Rueda, insieme ad alcune leader comunitarie impegnate nel Processo di Pace colombiano, invitate in Trentino dall’associazione Yaku.

Con la mozione approvata in Consiglio comunale il 22 maggio (con 21 voti favorevoli su 29 votanti, 3 astenuti e 5 non votanti), presentata come prima firmataria da Roberta Zalla e sottoscritta da consiglieri di diversi partiti politici, si rafforza il segnale lanciato dal Trentino: per la prima volta in Italia un ente locale si impegna ad adoperarsi per sostenere chi difende i diritti umani e pone le fondamenta per un percorso di accompagnamento agli attivisti minacciati. Con la mozione il Consiglio comunale chiede al sindaco di Trento e alla Giunta di supportare la Provincia in questa direzione e di valutare l'attivazione di Trento come città rifugio; di promuovere, inoltre, occasioni di approfondimento e scambi di esperienze tra organizzazioni, movimenti e istituzioni sul ruolo degli enti locali nella protezione dei difensori dei diritti umani.

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