A Pergine la rotatoria intitolata a don Gnocchi

Assaggio di adunata, domenica 29 aprile a Pergine Valsugana, per la cerimonia di intitolazione della rotatoria di fronte all’ospedale riabilitativo Villa Rosa a don Carlo Gnocchi, il cappellano degli alpini (fece la guerra di Albania e la campagna di Russia nella seconda guerra mondiale) e padre dei “mutilatini”, che la Chiesa ha proclamato beato nel 2009.

Un legame molto stretto quello fra don Carlo Gnocchi e gli alpini (famoso il suo libro “Cristo con gli alpini”), che è stato celebrato a Pergine proprio alla vigilia dell’adunata di Trento. Pergine è il primo Comune in Trentino ad aver dedicato uno spazio pubblico a don Gnocchi. È stato per interessamento e volontà di don Carlo Meardi (sacerdote lombardo, ora residente a Levico) se si è giunti a questo importante evento.

Per la cerimonia di scoprimento della lapide, posta su un grande masso a lato della rotatoria, erano presenti oltre 200 alpini provenienti da gruppi di tutto il nord Italia e soprattutto dell’Alta Valsugana, e molte autorità civili, militari ed anche religiose: mentre la Fanfara degli Alpini scandiva le note del “silenzio”, la vicesindaco Daniela Casagrande e l’assessore provinciale Luca Zeni hanno scoperto la targa, benedetta poi da monsignor Angelo Bazzari, che a lungo è stato presidente della Fondazione Don Gnocchi.

La Fanfara ha poi accompagnato tutti lungo le vie della città fino al teatro comunale, dove fra i canti del Coro Ana del Trentino e le letture di Paolo Zanlucchi di testi e lettere di don Carlo, si è svolto il ricordo della figura del cappellano degli alpini, che è sempre stato al fianco dei più deboli, fossero essi soldati o bambini.

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