Alluvione nel tempio civico di San Lorenzo

Settembre 1976. Al tempio civico di San Lorenzo i frati cappuccini rettori della chiesa intenti a liberare la navata. Foto © Gianni Zotta.
Se l’alluvione del 3-4 novembre 1966 ha lasciato il segno nella cronaca e nella storia (22 morti e 68 miliardi di lire i danni causati nel Trentino), altre esondazioni si sono avute nel decenni successivi. Nel mese di settembre 1976, dopo alcuni giorni di pioggia, l’Adige superò il livello di guardia di oltre due metri e mezzo. Le infiltrazioni d’acqua allagarono il tempio civico di San Lorenzo, vicino alla stazione ferroviaria (nella fotografia, i frati cappuccini, rettori della chiesa, intenti a liberare la navata).

Devastazioni dell’Avisio in Val di Fassa e di Fiemme, del Sarca in Val Rendena, dei torrenti in Valsugana. Altre alluvioni parziali si ebbero il 17 ottobre 1980, quando il Cismon, nel Primiero, causo una vittima; il 19 luglio 1981 l’Adige ruppe gli argini a Salorno e allagò l’intera Rotaliana. Il 6 agosto 1985 l’Adige tracimò a Cadino e numerose abitazioni di Zambana nuova furono fatte sgomberare. Il 2 agosto 1987 a causa del maltempo vi furono due morti (a San Michele all?Adige e a Molina di Fiemme).

Frane a allagamenti dalla Val di Cembra al Trentino meridionale, si ebbero il 7 ottobre 1998; ma fu nell’autunno del Duemila che in Trentino furono sfollate oltre mille persone (a Lodrone di Storo, in Val di Non, a Romagnano dove un fiume di fango si riversò sull’abitato e a Villazzano).

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