“Bilù”, la piccola extraterrestre che non sa niente del nostro pianeta

“Bilù” (Il Castoro – età +4) è un esserino giallo dall’aspetto insolito con tre occhi e due orecchie lunghissime. Fin dalla prima pagina illustrata si scopre che è una piccola extraterrestre precipitata sulla terra a causa di un’avaria della sua navicella spaziale.

“Bilù non doveva trovarsi lì. Si era persa”. Bilù è caduta sulla terra e non sa nulla del nostro pianeta. Si sente sola. Inutilmente cerca un contatto, inutilmente cerca di fare amicizia con qualcuno e, altrettanto inutilmente, cerca di capire il mondo che la circonda. Non è facile. Gli esseri che incontra non sono tutti molto gentili con lei. Gli unici che non la scacciano sono i cuccioli di cane che dormono in una scatola e i bambini che giocano in un parco. Gli adulti, invece, appena la vedono la mandano via.

Quella di Bilù è una storia tenera e commovente, in cui il lettore attraverso i tentativi e fallimenti della piccola esserina gialla, si rende conto dello smarrimento di chi arriva in un posto nuovo e sconosciuto. Scopre che spesso gli adulti hanno paura del diverso e, perciò, reagiscono anche violentemente. I bambini, invece, sono più aperti e vanno oltre le apparenze e cominciano subito a giocare insieme. Sotto, sotto, poi, si scopre che tutti, in questo caso, anche gli extraterrestri, hanno un cuore e la cosa che più amano fare è stare insieme agli altri e sentirsi protetti da una famiglia. Una storia, però, anche confortante nei confronti degli adulti umani che non sono, per fortuna, tutti uguali: c’è anche chi sa essere gentile e un gesto gentile rimane a lungo nella mente e nel cuore di chi lo riceve.

Alexis Deacon con la traduzione di Loredana Baldinucci – “Bilù”, Il Castoro, 2021, 40 p – € 13,50, età +4

L’originalità di questo albo illustrato sta soprattutto nella realizzazione grafica per la quale il New York Times lo ha posto tra i migliori albi illustrati dell’anno, il 2003, quando è uscito in Inghilterra. Alexis Deacon è un vero artista che con una tecnica perfetta mescola nello stesso lavoro immagini di grande maturità, come le scene dei bambini al parco, con altre più ingenue, come Bilù stessa e la sua astronave, al punto che non sembrano appartenere alla stessa mano.

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