Cavallette e locuste

CAVALETTE E LOCUSTE

Anthony Conotter, di Trento, ci chiede lumi sull’insolito proliferare di cavallette giganti che ultimamente abitano i dintorni di case e giardini. Sono dannose all’agricoltura e se sì come difendersi?

Le cavallette (come le locuste) appartengono all'ordine degli ortotteri. Generalmente sono di colore verde, ma esistono varianti dal giallo al grigio, al nero. Hanno sul capo triangolare due lunghe antenne, ai lati due grandi occhi neri sporgenti.. Le antenne sono utili per orientarsi nell’ambiente e per avvertire la presenza di predatori che si trovino anche molto lontani e quindi grazie ad esse può mettersi in salvo presto. Inoltre sono sensibili al calore ed all’umidità e vengono usate per annusare e per gustare. Non hanno gli orecchi. Le ali anteriori, modificate, coprono il secondo paio di ali ripiegate a riposo sotto di esse. Come tutti gli insetti, le cavallette hanno sei zampe. Le lunghe zampe posteriori si distendono come l’asta di un atleta, consentendo loro di fare salti nell’aria. Usando uno speciale organo allungato robusto ed appuntito, detto ovopositore, la femmina depone le uova fecondate, secondo la specie, sotto la corteccia di un albero, nel fusto di una pianta o per terra. In primavera le uova si schiudono liberando insetti simili ai genitori, più piccoli, privi di ali, detti ninfe. Per raggiungere le dimensioni d’un adulto, la ninfa deve compiere 5-6 mute.

Le locuste (ve ne sono di molte specie, quella presente da noi è l’Italica, la Germanica e talora anche quella Egiziana) hanno il corpo compresso lateralmente. Il capo è grande è poco mobile,gli occhi sono composti, le mandibole sono molto sviluppate e le antenne sono piuttosto corte. L’ultimo paio di zampe è molto allungato e atto al salto. Le ali anteriori sono coriacee e di un colore simile all’ambiente circostante. Quelle posteriori sono ampie e membranose.

E’ lunga 30-60 mm.

La locusta è caratterizzata da due fasi: la  migratrice e la  sedentaria  In condizioni particolari di disponibilità alimentare e di clima, la fase migratrice si trasforma in sedentaria e viceversa.

In condizioni favorevoli la popolazione di locusta tende ad aumentare. E’ il caso che sta verificandosi anche da noi. Le mutate condizioni climatiche infatti sono alla base dell’insolita loro presenza. Sembra infatti che sia  il fattore ambientale (cambiamenti climatici) a scatenare la pullulazione o il regresso numerico.

In estate e in autunno abitano i campi,  le aree verdi, gli orti, le radure, i boschi. Trascorrono l’inverno in luoghi riparati (sotto la corteccia, anfratti, crepe, dietro  imposte e tapparelle.

La locusta è fitofaga, cioè si nutre di alimenti di origine vegetale ed è voracissima.  Pur annoverandosi periodi in cui le locuste hanno causato  danni anche gravi all’agricoltura (l’ultima grave invasione in Europa si fa risalire al 1542) per ora non pare non si possa parlare di allarme cavallette o locuste.  Danni lievi sono dovuti all’attività di alimentazione. Il robusto apparato boccale masticatore causa erosioni delle foglie e degli apici.

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