“C’è ancora domani”, un film per le donne che hanno fatto l’Italia

È un film dedicato alle donne vissute nel secondo dopoguerra che nessun libro di storia mai menzionerà, perché non hanno conquistato la notorietà delle madri costituenti e non sono salite agli onori delle cronache per le loro scoperte in ambito accademico. Alle donne come Delia, protagonista di “C’è ancora domani”, la pellicola che segna l’esordio di Paola Cortellesi come regista, è sempre stato intimato di stare “a bocca chiusa”.

Nelle interviste che ha rilasciato in occasione della presentazione del suo film alla Festa del Cinema di Roma, Cortellesi lo ha detto chiaramente: l’intento della pellicola è quello di celebrare “le donne che sono sempre state considerate delle nullità”, dagli altri come da se stesse. “Nullità” che però, con il loro lavoro, riuscivano a sostenere un’intera famiglia: nel caso di Delia, due figli, una figlia e un marito sempre stanco perché, come ripete sempre, “ho fatto due guerre”. “Nullità” che, una volta tornate a casa, erano sempre pronte a servire un piatto caldo e un sostegno alle persone più bisognose della famiglia.

Nella casa della protagonista di “C’è ancora domani”, vive infatti anche il suocero Ottorino, interpretato da Giorgio Colangeli, che ha bisogno di un’attenzione costante perché è costretto a letto. Ottorino è anche l’emblema di come il maschilismo si tramandi di generazione in generazione: come tutte le persone che vivono nella corte di Delia, sa che la donna viene picchiata costantemente dal marito, e al figlio consiglia di diminuire la dose di botte: “No je poi menà sempre. Poche vorte ma fatte bene”, gli dice. Nonostante porti a una riflessione amara sui soprusi che le donne sono state costrette a subire, e che a volte subiscono tuttora, “C’è ancora domani” riesce a dare speranza con la forza dell’ironia di Delia e della sua amica Marisa, interpretata dall’attrice e comica Emanuela Fanelli.

Il film è volutamente in bianco e nero perché così, ha detto Cortellesi, immaginava dipanarsi i racconti della nonna, a cui la pellicola si ispira: anche lei fa parte delle donne straordinarie che non hanno mai saputo d’esserlo. Alla forza dell’ironia si unisce anche l’impegno civico e il diritto di voto appena acquisito, un appuntamento a cui Delia non mancherà, quasi fosse l’incontro con un innamorato.

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