Ciclamino stressato, afide lanigero, non toccare la cima

CICLAMINO STRESSATO. La lamentanza comune di quanti hanno in casa in questo periodo il ciclamino è riferita al progressivo ingiallimento delle foglie, a partire da quelle più grandi e basali della rosetta. E’ il classico manifestarsi di un malanno dovuto alla cattiva posizione del vaso. La temperatura del locale deve essere fresca (14-16°C). La posizione ideale è quella vicino ad una finestra o in veranda o, se c’é sufficiente luce, sul giroscale. Al verificarsi dei primi ingiallimenti aiutare la pianta con un poco di concime liquido e mantenere umido il substrato. Dare acqua sempre e solo dal sottovaso. Fiori o foglie appassiti o ingialliti vanno levati tagliandoli. Non strapparli! Il malanno lamentato spesso dipende dal fatto che una volta portata a casa la pianta non è stata privata del cellophane che l’avvolgeva al momento dell’acquisto o che la stessa è stata tenuta per troppo tempo al freddo nell’auto.

AFIDE LANIGERO. L’afide detto “lanigero” in questo periodo può attaccare in maniera anche massiccia piante grasse portate in casa in autunno a svernare. Si riconosce per via dei tanti batuffoli bianchissimi simili a fiocchi di lana. I non esperti lo confondono speso con la cocciniglia cotonosa che però è costituita da scudetti sotto i quali si rifugiano le larve. L’afide lanigero (come peraltro la cocciniglia) si sviluppa velocemente per via delle condizioni di caldo umido degli appartamenti riscaldati. Significativo e importante è segnalare che la presenza sulla parte aerea, sopratutto tra le costolature, è indice sicuro che un numero ben maggiore di afidi si trova sulle radici. I batuffoli si possono allontanare usando una pinzetta o un panno imbevuto di alcol denaturato. Eseguire poi un controllo nei giorni successivi. La totale eliminazione si ha però solo con il rinvaso avendo l’accortezza di trattare le radici, ripulite della terra, con un buon aficida.

NON TOCCARE LA CIMA. La cima delle piante monopodiali, vale a dire di conifere (pini, abeti) e cupressacee (cipressi, thuie) non va mai tagliata. Ne verrebbe irrimediabilmente compromessa la crescita e la bellezza ornamentale. I rami sottostanti la cima invece si possono tagliare per necessità legate alla luce o alla necessità di creare una idonea impalcatura. Attenzione però a non tagliarli a filo di tronco, ma rispettando rigorosamente l’ingrossamento alla base. Sfuggono a questa regola generale le conifere a portamento nano coltivate in grandi vasi o a formare ampie macchie sempreverdi nei giardini rocciosi.

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