Con Frank Capra una trilogia della felicità, da gustare su RaiPlay

Claude Rains e James Stewart in una scena del film “Mr. Smith va a Washington”, del 1939. Foto Wikipedia

Avete bisogno di un antidepressivo senza ingredienti chimici? Volete il segreto per addormentarvi sereni come bambini felici? Cercate un antidoto alle notizie ansiogene del tg della sera? Altro che En o Xanax, esponetevi a 100 minuti di F.C. , disponibile gratuitamente su Raiplay. No, non parlo di Famiglia Cristiana ma di Frank Capra, il geniale regista americano (nato come Francesco Rosario Capra il 18 maggio 1897 a Bisacquino, Sicilia, morto in California nel 1991), che a metà anni Trenta, nove decenni fa, in un periodo storico se possibile ancora più buio del nostro, tra grande depressione economica, feroce guerra civile spagnola e nubi minacciose di Seconda guerra mondiale incombente, ci ha regalato alcuni capolavori che ci inducono a credere nella bontà dell’essere umano. Sì, perché a differenza del noto giornalista castigamatti del salotto serale della 7, convinto che “non esistono i buoni”, Capra te li fa vedere in azione, i buoni. Sono alti, magri, sorridenti nei loro occhi chiari, ingenui e gentili. Hanno le facce pulite e stupite (stupide, secondo qualcuno, ma in realtà intelligenti) di Gary Cooper e di James Stewart, eroi antieroi della nostra infanzia. Sono uomini qualunque di provincia che arrivano nella grande metropoli e cercano di cambiare il mondo.

La trilogia della bontà si compone di questi titoli (quelli originali sono più belli, ma pazienza): È arrivata la felicità (1936), L’eterna illusione (1938), Mr. Smith va a Washington (1939).

La coprotagonista è sempre la bionda Jean Arthur, prima cinica in carriera poi innamorata liquefatta dell’Eroe Naif ma Puro. Che, muovendosi nella giungla del capitalismo nordamericano, non racconta solo una favola per anime belle, ma denuncia pure le malefatte del potere politico e finanziario. Richiamandosi polemicamente agli antichi ideali democratici ed egualitari che hanno fondato gli Stati Uniti d’America.  (Avvertenza: vedeteli pure in italiano ma attivando i sottotitoli italiani, che rivelano dialoghi ancora più divertenti di quanto il vecchio doppiaggio italiano e la censura abbiano fatto passare).

In “Mr. Smith”, la scena della cena familiare, nei primi minuti del film, degli otto bambini del governatore che gli propongono festosamente come candidato al Senato il loro capo boy scout (Jefferson Smith, direttore del giornalino “Boys’ Stuff”) è un capolavoro della storia del cinema e un manifesto meraviglioso della buona politica.
Grazie Mister Capra che ci fai credere ancora negli esseri umani.

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visto e gustato ieri sera… una chicca

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